Un conflitto eterno, quello tra Israele e Palestina, che apprendiamo costantemente dalle cronache. Ma per chi ne sapesse poco o volesse approfondirne alcuni aspetti, vi consigliamo di leggere l’ultimo libro di Assaf Gavron, La Collina. Con il suo settimo romanzo, lo scrittore israeliano ci immerge nella realtà delle colonie della Cisgiordania, avamposti illegali al centro di una terra contesa. Il 20 febbraio è stato ospite dell’Università per Stranieri di Siena, inserendosi nell’evento “Balabrunch con l’autore”, la rassegna culturale ideata dalla comunità ebraica di Firenze in collaborazione con Siena, Pisa, Pistoia e Livorno. Gavron ha esposto alcuni passi dei suoi romanzi, scelti da lui stesso, per immergere il suo pubblico nelle vite di uomini e donne che il destino ha collocato su un palco assurdo e sorprendente.
Assaf Gavron come è diventato uno scrittore?
“Sono nato in una famiglia di letterati, mio zio era un editore (in Inghilterra) e mio padre uno scrittore. Iniziai come giornalista, poi ad un certo punto mio cugino mi chiese: «Che ne pensi della fiction?». Dissi: «Non so». Mi consigliò di prendermi del tempo, un invito a riflettere. E così, una notte, iniziai a scrivere il mio primo romanzo”.
Qual è, tra i suoi libri, il preferito e perché?
“Non c’è uno che preferisco, in particolare. Sono tutti ‘figli miei’. Ho un rapporto speciale con ognuno di loro, per diverse ragioni. E sono sempre così euforico quando inizio a scrivere il nuovo”.
Riguardo all’esperienza che ha avuto per scrivere il libro La collina, com’è stato vivere con i coloni della Cisgiordania? Qual è stato l’aspetto che l’ha più impressionata?
“Ammiro la dedizione con cui si dedicano alla loro causa, e il fatto che stiano sacrificando quello che noi consideriamo una comodità e un guadagno materiale – soldi, un buon salario, una grande casa ecc…- per i loro ideali. Penso che stiano sbagliando, ma ammiro anche questo, in loro”.
Nel libro “La mia storia, la tua storia”, come è stato raccontare la storia di altri, dei ragazzi palestinesi?
“Ho dovuto vivere con questi ‘altri’ tutta la mia vita e pensare e guardare a loro, quindi non è stato un grande salto. Loro sono i nostri vicini e fratelli, e e sarebbe meglio anche per noi trovare un modo di vivere insieme”.
Ci può raccontare qualcosa del videogame Peacemaker che ha inventato?
“Con piacere. Intanto ti posso raccontare che non l’ho inventato io. Ho solo scritto il testo. Lo ha inventato qualcun altro, ma sono molto orgoglioso di essere parte della squadra che sviluppò il progetto, perché è stato fatto un importante lavoro per spiegare le complessità del conflitto israeliano-palestinese ai ragazzi e al mondo”.
Michela Piccini
* Assaf Gavron è nato nel 1968. Ha pubblicato sette romanzi (l’ultimo, La Collina) imponendosi come una delle nuove voci più originali di Israele. I suoi libri sono tradotti in numerose lingue e acclamati dal pubblico e dalla critica (in italiano: La mia storia, la tua storia, Mondadori 2009 ). È il traduttore in ebraico di Philip Roth, Jonathan Safran Foer e altri importanti scrittori di lingua inglese. È anche capitano della squadra di calcio degli scrittori israeliani e canta nel gruppo rock The Mouth and Foot. Dopo aver abitato a Londra, Vancouver e Berlino oggi vive Tel Aviv.
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