Fabrizio Bartelloni, Alibi. Zibaldone di fughe, scuse e autoassoluzioni

C’è In “Alibi”, l’ultimo libro di Fabrizio Bartelloni – una miscellanea di prose, poesie, aforismi –, molto del miglior Ennio Flaiano, il Flaiano di “Diario notturno”. Lo stesso sguardo lucido e irriverente, la stessa ironia divertita e tagliente, lo stesso fondo di amarezza. Naturalmente la società italiana nel corso degli ultimi cinquant’anni – quelli che ci separano dalla morte dello scrittore abruzzese, avvenuta il 20 novembre 1972 – molto è cambiata.  Da un lato, la rivoluzione rappresentata da Internet e dalla tecnologia digitale, dall’altro, il ruolo centrale assunto, per dirla con Barthes, tra i “Miti d’oggi”, della libertà insofferente di regole e costrizioni e della novità effimera, hanno ridisegnato la mentalità e i costumi degli Italiani. Il borioso, il narcisista, l’imbecille, il vanesio, il volubile, il superficiale, l’egoista, il genitore-elicottero, l’influencer, il contaballe: sono queste alcune delle figure che Fabrizio Bartelloni fa emigrare dal “mondo non scritto”, la vita di tutti i giorni, al “mondo scritto”, il libro.

E tale letterarietà, al di là dell’indubbio realismo della rappresentazione, lo si coglie nell’uso sapientissimo della lingua, la quale aderisce alla perfezione al tema del racconto o allo spunto contenuto nell’aforismo, esibendo un ricco repertorio di registri, movenze, cadenze. Vero è che né la cura riposta nell’aspetto formale del testo né l’ironia che percorre le pagine, alcune esilaranti, impediscono di cogliere lo sdegno, lo stupore, la tristezza dell’autore al cospetto dell’assetto attuale della nostra società. Estremamente istruttivo, da questo punto di vista, resta il lungo racconto “Il mare di Lombardia”, che rinviene in una scuola delle medie inferiori il suo spazio e nell’alunno Luca Gambini, che “ha una diagnosi di disturbo dello spettro autistico” e che “sta da solo, all’ultimo banco in fondo alla classe”, il suo protagonista. Né l’intelligenza e sensibile attenzione che gli dedica un giovane supplente, il prof. Federico Barbuti, né l’empatia di alcuni compagni di Luca, possono avere la meglio sui pregiudizi di certi genitori e sulla miopia del corpo docente, che ne decreta, con democratico pronunciamento, la non ammissione alla classe successiva. L’amarezza del lettore è l’amarezza dell’autore, ed è l’amarezza legittima di chi ha veramente sperato che più scuola per tutti significasse anche più attenzione per tutti, specie per i più sfortunati. Il passo che segue è una raccolta di alcuni tra gli aforismi iniziali. Ad arricchire il libro concorre la Prefazione di Daniele Luti.       

“Giorgio Bernardi aveva sempre sospettato che sua moglie Valeria lo tradisse. Quando scoprì che non era così, la uccise. Non sopportava che qualcuno gli facesse notare che aveva torto.

Affacciata alla finestra del suo appartamento vista golfo nel quartiere Chiaia, Margherita De Rege pensava che l’uomo della sua vita dovesse essere avventuroso, intraprendente, pieno di mistero; magari un po’ mascalzone, purché capace di strapparla dalla noia a cui la condannavano i suoi amici prevedibili e borghesi. Si fidanzò così con Ciro Esposito: giovanotto sveglio, un po’ ombroso, ma con grandi prospettive di crescita nel settore furto con scasso, che al Rione Sanità chiamavano ‘O Furfante. Il giorno in cui sparì nel nulla, dopo aver svaligiato la casa dei suoi genitori, Margherita pensò che era stata davvero sfortunata a imbattersi in un narcisista patologico.

Gianluca Morelli amava contemporaneamente due donne, ma non riusciva a sentirsi in colpa. A nessuna delle due, del resto, stava facendo un torto o sottraendo qualcosa. Elena e Ilaria erano profondamente diverse tra loro: impetuosa, immorale, caustica fino ad apparire cinica la prima, e invece sognatrice, svagata e romantica la seconda. Eppure, lui le amava entrambe allo stesso modo: con la stessa passione, la stessa profondità. La stessa sincerità, soprattutto. Come facesse sua moglie Stefania a non comprenderlo proprio non riusciva a spiegarselo”.

 

Fabrizio Bartelloni, Alibi. Zibaldone di fughe, scuse e autoassoluzioni, MdS, Pisa 2023