Chiamiamola pura resistenza. Esce una pubblicazione, volutamente poco pretenziosa dal punto di vista editoriale, sulle carriere del seicento e, pur essendo stampata in poche copie, va subito esaurita. Il segno che la memoria è uno degli elementi che (ancora) contraddistinguono i senesi, almeno certe generazioni, ma sperare nei giovani è più che lecito.
Stiamo parlando di “I Palii con i cavalli disputati fino al 1691. Riflessioni e altre piccole curiosità” pubblicato dagli instancabili protagonisti del sito IlPalio.org.
Una sorta di eccellente diario ricavato da documenti d’epoca e che fanno luce su un periodo piuttosto caotico, diciamo così, della storia paliesca, quella insomma della genesi e del primo tentativo di mettere un po’ d’ordine alla Festa.
Dal 1633 al 1691, quello di un Palio non ancora stabilito nei tempi e nei modi, sensibile a ricorrenze e alle pressioni esterne, soprattutto a quelle religiose. Dicevamo, pubblicazione andata subito esaurita e non poteva essere altrimenti: i collezionisti da noi abbondano e non si sono lasciati sfuggire l’occasione di avere qualcosa che altri non hanno, visto che si annunciavano soltanto cinquanta copie.
E allora via alla seconda ristampa che non sarà magari di un numero alto di copie ma abbastanza da accontentare altri desiderosi collezionisti e non soltanto senesi. E chiamiamola resistenza, di una città che non vuole perdere la sua identità e che si trova spiazzata davanti a quello che accade, ad un ovvio deperimento di una classe di dirigenti, a tutti i livelli, che determina poi conseguenze disastrose. E’ pura resistenza cercare ancora di fare luce su pagine della nostra storia e questo accade attraverso quello che i sociologi chiamerebbero “spinta dal basso”, ovvero di categorie di cittadini che, pur non avendo a che fare professionalmente con la cultura e nemmeno quella contradaiola, sono ansiosi di sapere, di informarsi, di offrire nuova curiosità al mondo editoriale. Ci è piaciuto lo stile di questo sanissimo libretto, ma anche la modestia con cui viene presentato. Ci è piaciuto questo scavare in fatti, aneddoti, curiosità, insomma, le nostre piccole grandi vicende a cui siamo particolarmente legati. Sarebbe il caso, dopo essersi ripreso un oggi più che vivace mondo editoriale, che i senesi finalmente si riprendessero la città.
Massimo Biliorsi