La sofferenza degli adolescenti – quella subita, quella provocata – può essere raccontata in molti modi e con mezzi diversi. L’articolo di giornale, la notizia diffusa dalla televisione o alla radio, un post sui social. Ma anche le canzoni, il cinema, la letteratura giovanile (si pensi, a titolo d’esempio, a Pier Vittorio Tondelli, Giuseppe Culicchia, Silvia Ballestra, Enrico Brizzi). Cosa accade, però, quando la narrazione è fatta dagli stessi adolescenti, in prima persona, all’interno di quel rapporto particolarissimo che s’instaura tra lo psicologo e il paziente, tra lo psicoterapeuta e il paziente? Il bellissimo libro di Laura Giordani può, tra le altre cose, venire letto anche come una preziosa risposta offerta a tale interrogativo.
Preziosa, perché fornita di chiarezza e dotata di ricchezza. La chiarezza discende direttamente dall’organizzazione del materiale e dallo stile impiegato, che non si discosta mai da quello di un’amabilissima conversazione, perlomeno nelle parti squisitamente diegetiche. La ricchezza, invece, è generata dalla molteplicità dei temi toccati, tutti riconducibili all’universo degli adolescenti: la chiusura in se stessi, l’interruzione di gravidanza, la morte di un familiare, l’essere costretti a crescere prima del tempo, l’uso di stupefacenti, l’esclusione dal gruppo, la lontananza – reale e simbolica – dei genitori, il sentirsi inadeguati e fuori posto. Sono eventi, sono sentimenti, che Laura Giordani coglie da un lato come costanti del processo di crescita dell’individuo, dall’altro storicizza, legandoli, ad esempio, alle rapidissime trasformazioni della società e alla diffusione delle nuove tecnologie, che hanno reso ogni persona, e in particolare gli appartenenti alla cosiddetta generazione Z, una creatura anfibia, nel senso che ormai abita due mondi, quello offline e quello online. “Storie di psicoterapia con adolescenti”, però, ha molto da dire al lettore anche sul piano della teoria della psicoterapia. Nel capitolo iniziale, infatti, significativamente intitolato “Pillole di Gestalt e analisi transnazionale con adolescenti”, vengono illustrati sia i tre concetti-cardine della psicoterapia della Gestalt, vale a dire Consapevolezza, Trasparenza, Responsabilità, sia due principi chiave dell’Analisi Transazionale (AT), ovvero la “Teoria degli Stati dell’Io” e la “Teoria del Copione”, secondo la quale “la persona vive un piano di vita inconscio basato su decisioni prese durante l’infanzia, rinforzate dai genitori e dagli avvenimenti seguenti e che culmina in un finale decisivo”. I due momenti, però, quello che illustra le singole sedute con i singoli giovani pazienti e quello propriamente teorico, non generano mai attrito, col risultato che il lettore si trova a passare senza soluzione di continuità dal primo al secondo e viceversa.
Gli pare di vedere i ragazzi e le ragazze lavorare con gli oggetti e col corpo, disegnare e raccontarsi, e, nello stesso tempo, può apprendere le ragioni del perché a venire impiegati sono tali strumenti metodologici. Alla fine, una volta terminata la lettura, la natura ambivalente dell’adolescenza – una “grande avventura”, secondo Carrère, “un’età difficile e di miserie” secondo Moravia – emerge in maniera nitida, accompagnata dalla coscienza che, al di là del peso delle circostanze esterne, incontestabile, a determinare il giudizio in un senso o nell’altro può essere la scoperta, da parte del giovane, di quale sia il proprio potere interno e la convinzione che il cambiamento è sempre possibile. E in questo l’Analisi Transazionale offre prezioso aiuto. Il passo che segue è tratto dall’Introduzione. Ad arricchire ulteriormente il libro contribuiscono i suggestivi e “spaesanti” disegni di Marco Castiglioni.
“Buio: “Mi presento, sono una voce interna di Laura, la sua parte pessimista. Sono nata molti anni fa, probabilmente ai tempi della scuola materna, quando Laura era una bambina chiusa e introversa e soffriva per il distacco dalla mamma. Penso che i miei progetti non avranno successo, penso di essere una persona capace tutto sommato, ma sfortunata. Sono molto insicura, fragile, e non ho una grande stima di me. Spesso sono infelice e insoddisfatta e talvolta mi arrabbio…sì, prendo proprio fuoco all’improvviso e divento incontenibile! Penso che gli altri non mi stimino, non mi amino (e ne sono così convinta che talvolta le prove contrarie non mi bastano). Sono stanca e sfiduciata. Ho spesso il sopravvento nel mondo interno di Laura, ma lo sanno solo i suoi parenti, gli amici più stretti: da fuori gli estranei non sospettano nemmeno della mia esistenza… fuori comanda quell’altra. Ho avuto il sopravvento anche all’esterno solo durante l’adolescenza di Laura, quando ho avuto un calo nel rendimento scolastico, mi sentivo brutta e mi isolavo…”. Luce: “È vero: da fuori adesso si vede quasi esclusivamente il mio operato. Io sono la parte solare di Laura e sono nata più o meno quando lei ha iniziato la scuola elementare. Mi sono accorta che ero molto abile e gli adulti mi ammiravano per il mio vocabolario forbito, i miei pensieri profondi e la mia abilità nello studio, superiore alla norma. Riesco molto bene a non far trasparire la parte pessimista. Io sono la parte che Laura mostra al mondo”
Laura Giordani, Storie di psicoterapia con adolescenti, primamedia, Siena 2023
a cura diFrancesco Ricci