Parole dal fango. Libri per Sant’Agata

Di fango sono molte delle parole che quotidianamente impieghiamo. Sporche, torbide, malleabili, imperfette, umide. Forse che ugualmente di fango non sono anche tante delle cose delle nostre vite? Lontane dalla bontà come dall’onestà, dalla compiutezza come dalla gioia. C’è sempre qualcosa di profondamente ingiusto e di manchevole in quello che noi uomini facciamo, anche quando a guidarci sono le migliori intenzioni. Di conseguenza, anche le parole che cercano di narrare quanto ci è accaduto o quanto abbiamo fatto accadere, non possono non serbare traccia di quell’ingiustizia, di quella manchevolezza, che costituzionalmente ci appartiene, ci determina, ci accompagna ogni giorno, come fa un vizio, come fa un rimorso inconfessabile. In fondo, la scrittura dovrebbe servire anche a conferire maggiore esattezza e precisione alle parole che, finché sono pronunciate e scambiate oralmente, rimangono insoddisfacenti, proprio perché incapaci di dominare completamente il caos e di dare forma all’informe. Parole di fango, sporche, torbide, malleabili, imperfette, umide, come lo è il fango. In un certo senso, anche il libro di racconti collettaneo intitolato “Parole dal fango”, proposto dall’Associazione culturale “I libri di Mompracen” (su iniziativa di Massimiliano Bellavista e Paolo Ciampi) ed edito da Betti, nasce con questo ambizioso obiettivo, che rimanda al senso stesso e ai modi dello scrivere. Obiettivo non facile da raggiungere, certamente. Specie perché nessuno degli scrittori coinvolti nel progetto ha potuto mettere completamente da parte “l’esperienza di vita” – per dirla con Calvino – che è all’origine “dell’esperienza di lettura”, che viene il pubblico viene invitato a fare: la rovinosa alluvione in Emilia Romagna, col suo lascito di vittime e di danni materiali. E niente più del dolore, come sa bene ogni scrittore, rischia di essere un ostacolo per chi abbia in animo di narrare, se è vero che la partecipazione emotiva è in grado di compromettere di continuo il nitore, la costruzione, l’equilibrio della pagina. Una sfida, questa, che vale la pena comunque di essere corsa, quando lo scopo ultimo consiste, come nel caso presente, nel raccogliere, con il ricavato delle vendite, fondi da destinare alla ricostruzione e alla ripartenza della Biblioteca Comunale Loris Ricci Garotti di Sant’Agata sul Santerno, pesantemente colpita dall’alluvione, specie nella sua ricca sezione dedicata all’infanzia e ai giovani. Quelli che seguono sono gli incipit di cinque dei venti racconti presenti nel volume.      

Ho sognato di essere un compasso. Percorro la campagna, attraverso le strade con i miei passi circolari, regolari, puliti, simili a un abbraccio. Sono un essere preciso come un metronomo. Con le mie gambe di metallo che scintillano a un sole che è dappertutto, fino al mare. (Massimiliano Bellavista)

Andrea era uno di quelli che poteva dire di averla scampata bella. Davvero. Era stato preso all’improvviso per un braccio dal suo compagno di rifugio circa cinque minuti prima che l’acqua del fiume si alzasse di un paio di metri. Sotto quel ponte dove dormivano da anni, ora, nuotavano i pesci. (Andrea Calugi)

La strada dove abitano ha un pregio: è a fondo chiuso. L’asfalto sconfina sull’erba, delimitata da un cordolo basso, colorato di giallo. La tangenziale è lontana: la ferrovia dista quasi un chilometro e corre a fianco della via principale, perpendicolare all’argine del fiume. Che scavalca poi con un ponte a doppio binario per correre a sud, verso i lidi. (Nevio Galeati)

Caro Lorenzo, ho saputo che i tuoi genitori hanno deciso di fare un viaggio in India e che forse vi metterete d’accordo per incontrarvi in qualche punto di quell’enorme paese: per questo ho deciso di scriverti e di affidare loro la lettera, se mai potranno fartela avere. (Marisa Salabelle)

Piccola di statura, gambe magre, sul viso un’espressione desolata. Vestita in maniera dimessa, conserva tratti signorili e modi eleganti. Si guarda intorno, sospettosa. Quando arriva il suo turno e viene inviata nello studio ha un momento di esitazione. Il sorriso del medico però la tranquillizza. Entra. (Dianora Tinti)

AA.VV., Parole dal fango. Libri per Sant’Agata, Betti 2023

a cura di Francesco Ricci