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Due anni fa il tragico attentato a Kabul

Sangue, lacrime e disperazione: questo il tetro scenario nel centro di Kabul, la capitale afghana, il 17 settembre del 2009. Sono passati due anni da quei momenti che colpirono al cuore l’animo degli italiani, purtroppo comunque già abituati a questo genere di attentati anche dalla esperienza militare in Iraq. Ma a queste situazioni l’opinione pubblica non si può abituare mai: a seguito dell’autobomba che uccise sei soldati italiani e quindici civili afghani riprese il dibattito sull’utilità di rimanere in Afghanistan in una missione comunque voluta, autorizzata e portata avanti dalla Nato. Prevalse la linea del ministro della Difesa Ignazio La Russa: “Rimaniamo per non far prevalere i talebani. L’obiettivo italiano è quello di aiutare la popolazione afghana. Vogliamo la pacificazione del Paese e il graduale passaggio di potere alle istituzioni e forze dell’ordine locali”.

A Siena E’ lo stesso messaggio che ha ripetuto tre giorni fa il comandante del 186esimo reggimento della Folgore, il colonnello Lorenzo D’Addario che da poco più di un anno ha sostituito in questo ruolo e compito Aldo Zizzo. I parà senesi sono tornati a Siena mercoledì dopo sette mesi trascorsi in missione in Afghanistan, nella regione piena di problemi e difficoltà del Gulistan, nella parte occidentale del Paese: “Il nostro obiettivo – ha detto D’Addario – è quello di trasferire sempre più conoscenze e competenze all’esercito afghano e alle forze dell’ordine locali. Preparavamo qualunque attività assieme alle forze locali”.

Caduti senesi Tenente Antonio Fortunato, primo caporal maggiore Matteo Mureddu, primo caporal maggiore Davide Ricchiuto, sergente maggiore Roberto Valente, primo caporal maggiore Gian Domenico Pistonami, primo caporal maggiore Massimiliano Randino. Sono i nomi dei parà del 186esimo Folgore, il reggimento senese (Randino era del 183esimo Nembo di Pistoia), che rimasero vittime dell’attentato e che oggi saranno ricordati a due anni dalla loro morte. Fu una giornata tragica per lo Stato italiano. Un ordigno, sistemato all’interno di una Toyota bianca, scoppiò a Kabul al passaggio del convoglio di blindati italiani. Erano le 12,40 locali, le 9,40 del mattino in Italia. Le notizie arrivarono pian piano attraverso i mezzi di informazione: le prime terribili indiscrezioni trovarono purtroppo presto conferma. L’Italia a lutto pianse i suoi soldati morti per i quali fu organizzato un funerale di Stato a Roma alla presenza di tutte le massime autorità politiche nazionali. Anche il Siena calcio vuole ricordare quella tragica giornata: prima dell’inizio della gara tra Siena e Juventus entrerà in campo il piccolo Martin, il figlio del tenente Fortunato.

Gennaro Groppa

Katiuscia Vaselli

Nata nel cuore di Siena, giornalista e contradaiola fervente. Ora Capo-redattorice di Siena News e Presidentessa di Dinamo Digitale.

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