“Sono di nuovo a Ranza, dopo interpellanze, lettere, incontri con l’Amministrazione Penitenziaria che sino ad oggi hanno visto il Governo ignorare i gravi problemi del sistema carcerario italiano – ha spiegato Susanna Cenni – Non ci fermiamo. Desidero continuare a tenere alta l’attenzione sulle emergenze di Ranza e sulle carceri toscane. C’è una richiesta di convocazione straordinaria della Camera sottoscritta da moltissimi parlamentari proprio per affrontare l’emergenza carceri, che ho sottoscritto, e continuerò ad impegnarmi con tutti gli atti utili a tenere alta l’attenzione su questa struttura. “Ad oggi – ha continuato la parlamentare del Pd alla Camera -torno a esprimere nuovamente tutta la mia profonda preoccupazione circa la grave situazione che riguarda il carcere di Ranza. Preoccupazioni che sono state oggetto di confronti anche nei mesi scorsi sia con il direttore, Anna Maria Visone, che con la direttrice del Dipartimento dell´amministrazione penitenziaria (Dap) Toscana Maria Pia Giuffrida. Il tema delle difficoltà dell´istituto di pena è stato ripetutamente posto all´attenzione anche del Ministro e del Dap senza che ci siano stati impegni per risolvere le pesanti condizioni in cui versano detenuti e personale”.
Problemi operativi che sono stati sottolineati anche dalle parole dal neo-comandante Benvenuto Greco: “Tra la popolazione carceraria di Ranza – ha chiarito Greco – sono in aumento i detenuti con pene brevi che, negli ultimi anni, sono stati protagonisti di gesti autolesivi, tentativi di suicidio e di evasione che non si sono trasformati in tragedie solo grazie all´alto senso di responsabilità del personale, che svolge turni ben superiori al normale orario. Molti sono anche i problemi di gestione dal punto di vista sanitario, visto che il pronto soccorso più vicino dista a 25 minuti di auto e che spesso è necessario ricorrere alla struttura de Le Scotte”.
A denunciare la situazione determinata dalla carenza di personale, sono intervenuti anche i rappresentanti della polizia penitenziaria aderenti delle varie sigle sindacali. “L´aumento esponenziale della popolazione detenuta – hanno spiegato gli agenti Giuseppe Sottile della Cisl e Piero Boi della Cgil – che ormai si è attestata ben oltre le 400 unità, segnando un più 85% rispetto alla capienza regolamentare, con un indice di sovraffollamento molto elevato rispetto alla media nazionale, si scontra con l´attuale stato di deficit di personale (circa il 40% in meno rispetto a quello della pianta organica, che prevede 233 unità) che a fine mese subirà un ulteriore fuoriuscita. “Sono in scadenza – hanno precisato Sottile e Boi – il prossimo 30 settembre i provvedimenti di missione del personale di polizia penitenziaria che era stato inviato nell´istituto di San Gimignano per lenire, almeno in parte, le numerose difficoltà di gestione della struttura che fino a oggi si è retta sul sacrificio e l´impegno dei poliziotti stessi, che spesso si fanno carico di un surplus di mansioni”.
“Proprio per arginare l´attuale carenza di personale – hanno concluso gli agenti Carmine Perrone e Massimiliano Iorio dell´Osapp – e scongiurare questa pericolosa fuoriuscita, abbiamo chiesto all´amministrazione penitenziaria che ci sia a Ranza l´assegnazione di un congruo numero di agenti che stanno ultimando il corso di formazione, in modo da riuscire a garantire maggiori condizioni di sicurezza sia per i detenuti che per il personale”.
Un appello accolto dalla parlamentare del Pd Susanna Cenni che si è impegnata a rappresentare e chiedere spiegazioni al dirigente del Dap anche sulla questione degli alloggi per le forze di polizia. “Siamo in attesa da anni – hanno denunciato i rappresentanti della polizia penitenziaria – di vedere realizzato un piano di otto alloggi che servirebbe a lenire il solito problema del trasporto per i numerosi agenti che, ogni giorno, sono costretti a raggiungere il luogo di lavoro”.
“Ritengo – ha concluso Cenni – che la delicata situazione di Ranza richieda impegno e dialogo tra le varie istituzioni, per questo mi auguro che quest´ incontro serva da impulso e che le ragioni espresse dalla direzione e dai sindacati delle forze di polizia non rimangano inascoltate. Credo infatti che l´impegno da parte delle istituzioni locali, che non è mai mancato, per risolvere la questione non basti, per questa ragione richiederò nuovamente al Ministero della Giustizia di dare alcune risposte risolutive in merito alla situazione di carenza del personale, per gli interventi sugli alloggi e per la situazione della rete idrica del carcere. Non possiamo abbassare la guardia”.
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