“Vorrei innanzitutto ringraziare la FISES – spiega l’artista Tommaso Andreini – che mi ha dato la possibilità di realizzare questa scultura per me ragione di orgoglio e di intenso stimolo. Un’opera che costituisce ormai da molti anni, al di là dell’essere un premio o un obiettivo, un simbolo importante del vivere la Contrada e le tradizioni, del sentire più genuino e autentico, quello dei nostri giovani alfieri e tamburini. Da qui l’idea di utilizzare i barberini, collocati di fronte agli stemmi araldici delle 17 contrade cesellate in rame ed applicate in rilievo. Ho creato un bassorilievo in gesso alabastrino, con parti poliedriche che, in maniera molto stilizzata, stanno a rappresentare i palazzi e le torri senesi. Tutto ciò ricoperto da oro in foglia, applicato con le tecniche ed i procedimenti originari e rigorosi. Anche le due mani che stringolo le mazze, sono in gesso e sono trattate come allora, con latte e borotalco. Il mio e’ un omaggio a Siena, un tributo fatto di foglie d’oro, dalla balzana in finto marmo, dalla cura del bassorilievo e dall’immagine delle due mani di bambino che sembrano suonare armoniosamente il tamburo, a riproporre un ritmo che scandisce il tempo dalla nostra secolare Festa e dalle nostre uniche emozioni”.
In occasione della premiazione di sabato 8 ottobre sarà presente, in rappresentanza della Fises, il vice presidente Massimo Brogi.
“Voglio ringraziare la contrada della Torre perché ci ha dato l’oppurtunità di dare un piccolo contributo in quel grande ambito che unisce la Fises e le contrade all’interno della società: la crescita dei giovani. Giovani che rappresentano per le contrade e per tutto il territorio la linfa vitale per il futuro.” Ad esprimere il valore della manifestazione, per la Contrada della Torre, il Priore Pier Luigi Millozzi.
“Credo che se una manifestazione contradaiola – organizzata dalla Torre ma ormai patrimonio di tutta la città- ha la capacità e la vitalità di arrivare alla sua XXXVI edizione, non può essere soltanto per una sorta di stanca consuetudine, ma perché è sentita e radicata. Ciò deriva dalla passione per la bandiera e per il tamburo che nasce dentro ogni bambino di Siena, unitamente all’amore per la propria Contrada. Generazioni di bambini, divenuti adolescenti e poi uomini, hanno aspettato con trepidazione questo momento, con il desiderio di misurarsi con uno spirito di sana competizione con i piccoli alfieri e tamburini delle altre Consorelle, cullando il desiderio, il sogno che per molti di loro si è poi avverato: quello di rappresentare la propria Contrada in piazza del Campo, di essere attori protagonisti di una storia che si ripete da secoli. Per questo auguro a tutti i bambini che parteciperanno quest’anno di diventare ottimi alfieri e ottimi tamburini, ma soprattutto contradaioli esemplari, per consentire alla nostra Festa di rimanere viva nonostante tutte le voci, tutti gli attacchi più o meno qualificati che arrivano da più parti d’Italia.”
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