“Sogni d’oro”. C’è scritto così su un mazzo di fiori che una ragazza in lacrime depone in Banchi di Sopra, a lato della Banca Toscana nello storico palazzo Tolomei. Quello era il posto dove era solito sostare per ore e ore Michel Lewandowski, l’uomo d’oro o come dicevano tutti i senesi l’omino dorato. Per sei anni è rimasto a far finta di filmare con la sua telecamera dorata la vita degli altri nel grande film della vita. La sua purtroppo è stata spezzata prematuramente e tragicamente lunedì. Per alcuni giorni, poi, non si era presentato in Banchi di Sopra. Per alcuni giorni nessuno lo aveva visto. E giovedì sera, purtroppo, il proprietario dell’abitazione nella quale Michel viveva ha fatto la terribile scoperta: il 43enne nato in Polonia era infatti disteso senza vita sul suo letto. Era morto da tre giorni.
Quanto i senesi fossero attaccati a lui lo si è capito nella giornata di ieri. Nel luogo dove l’omino d’oro era solito sostare sono stati affissi gli articoli dei giornali che annunciano la sua morte. E in tutta la giornata di ieri centinaia di senesi hanno fermato il loro passo e si sono messi a leggere quei due fogli di giornale. Lo stupore è stato enorme in tutta la cittadinanza e con esso anche il dispiacere per aver perso una persona nota, una persona che regalava un sorriso a grandi e piccini chiedendo in cambio qualche spicciolo. I senesi gli erano affezionati, gli volevano bene. Abbiamo visto persone in lacrime passare per piazza Tolomei, ma anche chi non lo conosceva personalmente è stato ugualmente toccato dalla notizia. Aveva scelto la vita da artista, Michel, e aveva viaggiato tanto prima di decidere di rimanere a vivere a Siena. “Questa città è magica” ci aveva detto tre mesi fa nel corso dell’ultima intervista che ci aveva rilasciato. Era un personaggio della città, come tanti hanno scritto ieri sui social network, piazza virtuale nella quale gli uomini e le donne di oggi sfogano pulsioni, sentimenti ed emozioni. E chissà, magari da lassù avrà visto tutte quelle persone fermarsi sul suo luogo di lavoro a leggere gli articoli che parlano di lui. E avrà visto anche i mazzi di fiori portati alla sua memoria. E magari avrà pensato che nella sua vita è riuscito a regalare emozioni e a lasciare una bella immagine di sé a tantissime persone.
Gennaro Groppa
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