L’antico borgo è tornato a vivere nel nome della bellezza, è questo è il risultato più bello del festival “Per aspera ad astra” che si è appena svolto a Castiglioncello del Trinoro. Certo, ci sono stati i vincitori di un concorso che prevedeva due sezioni: “Uccelli meccanici” e “Sculture nel vento”. Per la cronaca, la prima è andata a Mario Morellini con il suo “Occhione della Val d’Orcia”, mentre la seconda è stata aggiudicata a Gio Alberti con “Fuori tempo. Orologio antifuzionale”. Per Caterina Gerin, protagonista della “azione poetica numero 7”, c’è stata una menzione speciale, grazie a una esibizione che ha utilizzato solo le movenze del corpo per interpretare il vento. Ma quello che più conta è che l’arte contemporanea si sia trovata subito a casa, esprimendo un linguaggio comprensibile in un luogo fantastico, fuori dal tempo. Così, la chiesa di Castiglioncello è stata affollata da un pubblico rimasto in silenzio assoluto, anche per lo spettacolo conclusivo: la performance di pittura digitale “Washout Project: Icaro”, di Cosimo Miorelli, musica di Stefano Bechini.
“Per aspera ad astra” non è stato solo un concorso o, banalmente, un festival. Gli artisti hanno eseguito le opere insieme al pubblico in piazza, lungo le vie, con un’affluenza forse insperata. Poi, per tre giorni, recitazione, musica, installazioni sono state il complemento ideale in un borgo rimasto com’era: per dire, non ha ancora visto una traccia di asfalto. Castiglioncello del Trinoro, nei pressi di Sarteano, è integro come il paesaggio su cui si affaccia: i monti Cetona e Amiata, la fortezza di Radicofani, la val d’Orcia. “Mi auguro che questo evento così particolare – annuncia Marina Comandini, artista che ha ideato e realizzato il progetto – possa ripetersi il prossimo anno, in un crescendo di attenzione e coinvolgimento”.
Strepitoso lo spettacolo di sabato sera dal titolo esplicativo, “Blowin in the wind”, a cura di Roberta Lena, con undici luoghi del borgo dedicati a un vento diverso, con installazioni e la recita brani più o meno celebri: dai capolavori della letteratura alla celebre canzone di Bob Dylan, fino a testi originali scritti per l’occasione da autori famosi, tra i quali Vinicio Capossela.
Ma si potrebbero citare gli aquiloni d’artista, la performance di pittura di Max Frezzato e Marco Lo Russo, quella della celebre artista inglese Spartacus Chetwynd “Fareway wind”, le note dedicate al vento del cubano Eduardo Piloto Barreto con il suo flauto traverso, come la photo-performance di Stefano Iraci. L’evento era stato inaugurato da installazioni di Giuseppe Licari, tra le quali il “paesaggio oggetto”, una gigantesca “R” cerchiata, simbolo del marchio registrato, disegnata in un campo.
Da sottolineare che “Per aspera ad astra” è stato interamente finanziato da un privato, Micheal Coffi, amante dell’arte e della Toscana, che proprio a Castiglioncello del Trinoro ha investito in una struttura ricettiva di alto livello. L’arrivo dei turisti ha subito visto una reazione culturale, sostenuta dallo stesso Cioffi, per rendere questo luogo vivo, mantenerne autenticità e funzioni, senza ridurlo a passivo contenitore, magari chiuso agli occhi indiscreti dei passanti. Qui, al contrario, ospiti e artisti, anziani abitanti del borgo e cittadini dei dintorni, hanno condiviso con gioia quanto stava avvenendo, sfidando il vento (quello vero) e le serate un po’ fresche. Ma c’è stata la magia a scaldare gli animi e i corpi, per merito di Marina Comandini.