“Il Comune come primo interlocutore dei cittadini e organizzatore attivo della vita della comunità. L’Unione come strumento trasparente ed efficace nella gestione e nell’organizzazione dei servizi, ma anche come soggetto politico in grado di ridefinire strategie e alleanze nel nuovo contesto legato al superamento delle Province e alla riorganizzazione del quadro istituzionale regionale”. Sta in questa frase il senso della lunga relazione al bilancio del sindaco di Piancastagnaio, Fabrizio Agnorelli che nei giorni scorsi è intervenuto in consiglio comunale tracciando una sorta di resoconto di fine mandato che ha toccato temi attuali come la riorganizzazione del sistema istituzionale e la conseguente articolazione dei servizi sul territorio. Il bilancio di previsione è stato approvato con i voti della maggioranza al completo. Ancora assenti le minoranze. “La manovra di previsione – ha detto il primo cittadino pianese, che ha anche la delega al bilancio – riceve il via libera quando tre quarti dell’anno sono già trascorsi. Ci sono motivi oggettivi, responsabilità politiche e istituzionali che hanno determinato il ritardo. Mi riferisco ai continui rinvii in tema di imposte, alla difficoltà da parte dei Governi nell’assumere una posizione chiara in merito alle tassazioni e al trasferimento delle risorse ai Comuni. Il dibattito in corso da mesi su Imu, Tares e nuove modalità di tassazione è emblematico, visto il ‘peso’ che i tributi assumono all’interno di un bilancio come il nostro”. “Su un bilancio di previsione, di parte corrente, di circa 4 milioni di euro l’anno – ha aggiunto Agnorelli – le entrate tributarie del Comune di Piancastagnaio rappresentano circa 3,2 milioni di euro. Il fondo comunale di solidarietà, rappresentato da trasferimenti statali, ha subìto quest’anno un ulteriore taglio di 160 mila euro, arrivando a quota 850 mila nel quinquennio 2009-2013. Se a questo aggiungiamo altre minori entrate rispetto al 2012, in particolare recuperi fiscali e maggiori costi, soprattutto spese legali e forniture, nel bilancio 2013, rispetto all’anno scorso, vengono a mancare circa 330mila euro. Questo quadro spiega perché saremo costretti ad aumentare alcune aliquote Imu, lasciando invariate quelle dei fabbricati produttivi C1 e C3, mentre rimane confermata l’addizionale comunale Irpef nella misura annua dello 0,6 per cento. Sottolineare questi elementi è fondamentale per dare ai nostri cittadini piena consapevolezza delle difficoltà che il nostro Comune ha nel programmare interventi e investimenti e anche nel razionalizzare l’utilizzo delle risorse”. Con il bilancio approvato dal consiglio sono stati confermati interamente i fondi per il sociale ed è stata leggermente aumentata la compartecipazione del Comune per i servizi socio-sanitari, stanziando circa 130mila euro. Per i servizi all’infanzia, impegno notevolissimo per l’amministrazione comunale sia in termini di investimenti per rendere idonee le strutture che per le risorse annuali dedicate, sono stati confermati 250mila euro annui. “È una cifra importante – ha detto Agnorelli – e la scelta di confermarla è faticosa e impegnativa, poiché mantenere invariati i servizi significa compensare le risorse mancanti con le entrate fiscali. Crediamo, però, che non ci si possa riempire la bocca con richieste di servizi sociali e politiche familiari e poi non attuarle quando è possibile”.