Sono ore di vigilia per il Palio del Bigonzo. Oggi, sabato 7 settembre, si svolgono le cene propiziatorie nelle contrade. Fanno da prologo alla gara dell’indomani il corteo storico delle contrade (ore 21) che accompagnerà la presentazione del drappellone al parco della Pista. Previste, nell’occasione, la ricostruzione di un accampamento medievale e la dimostrazione di duelli all’arma bianca a cura del gruppo storico “Oste malaspinensis” di Fosdinovo. Va da sé la contestuale esibizione del gruppo sbandieratori e musici di Radicofani. Domani (domenica 9 settembre) la ricca giornata inizia alle 11 con la santa messa a san Pietro, quindi (ore 12) la benedizione del palio e delle contrade. Più tardi (dalle ore 16,30) la gara di tiro con l’arco tra gli arcieri, oltre ai lanci di sfida e duelli con il gruppo storico di Fosdinovo. Queste fasi preliminari servono a determinare l’ordine di partenza, con vantaggi di alcuni metri proporzionali alla classifica finale. Alle 19 la corsa, che si snoda su un percorso di circa 300 metri, modificato per alcuni lavori pubblici, con due coppie di “barellieri” che trasportano in bigonzo, alternandosi. La festa di Radicofani si chiude con le cene nelle contrade.
Di seguito, i partecipanti. Contignano: Francesco Taormina, Alessandro De Luca, Antonio Cesare De Luca, Giacomo Costa, Slama Ziyed (riserva); Castelmorro: Ciro Franch, Emiliano Giuliacci, Federico Ciacci, Francesco Caporali; Bonmigliaccio: Alessandro Bernardini, David Amadsun, Matteo Rossetti, Juri Rossetti; Castello: Cristian Simi, Stefano Magi, Lorenzo Pallai, Lorenzo Rappuoli; Borgo Maggiore: Daniele Fabbrizzi, Edorardo Meloni, Mirco Perugini, Gregorio Zaccari, Filippo Goracci (riserva).
Il Palio è un omaggio alle origini di Radicofani. Basti considerare che le contrade ripropongono i nomi di Castello, Borgo Maggiore, Castel Morro, Bonmigliaccio sono relativi a quattro castelli, ognuno con le sue mura ed una sua amministrazione, che formavano la Comunità di Radicofani (oltre a quello di Contignano). Questi insediamenti erano legati all’attività agricola e in particolare alla viticoltura, che proprio negli statuti del 1255 e del 1411 era meticolosamente regolamentata. La produzione vitivinicola era cresciuta durante i secoli sino ad arrivare a duemila some di vino, equivalenti a tremila ettolitri. La zona più vocata per questa produzione era una valle dove, dal XVII secolo, fu costruito il piccolo santuario della Madonna delle vigne, la cui festa si celebra ogni 8 di settembre.
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