Le novità legislative introdotte dal Governo Monti, l’evoluzione delle politiche comunitarie, il dialogo sull’azione sindacale, il progetto della Filiera Agricola Italiana, le Organizzazioni di prodotto (OP) e soprattutto la tutela del Made in Italy, sono gli argomenti al centro degli incontri che Coldiretti Siena promuove con gli associati e con gli amministratori locali. Il prossimo appuntamento si terrà lunedì 20 febbraio (ore 18) nella sede di viale Europa. “Formare e informare i nostri soci è per noi una priorità – spiega Massimiliano Volpone, direttore Coldiretti Siena – necessaria a metterli nella condizione di programmare correttamente le loro aziende, così come è fondamentale discutere e approfondire la nostra azione sindacale ed economica, soprattutto in questo momento di crisi in cui per nessun motivo bisogna abbassare la guardia ma serve, invece, continuare a elaborare idee e progetti”. A Siena, come in tutto il Paese, l’anno si è aperto nel segno delle “delibere salva Made in Italy”. Si arricchisce di giorno in giorno, infatti, il numero dei Comuni che, rispondendo all’appello rivolto da Coldiretti, hanno scelto di approvare un ordine del giorno che chiede al Governo di porre fine all’utilizzo di risorse pubbliche per finanziare quello che la prima organizzazione degli imprenditori agricoli ha definito “il falso made in Italy di Stato”. Il 2011, si era chiuso richiamando i rappresentanti delle istituzioni, dell’economia e del tessuto sociale, ad esprimersi a tutela del vero made in Italy. “Promuoviamo incontri con i nostri soci e con gli enti locali perché – aggiunge Fausto Ligas, presidente Coldiretti Siena – è molto importante avere la possibilità di confrontarsi su temi fondamentali per la strategia messa in campo per la tutela del settore agricolo e per il suo rilancio, a partire dal progetto per la costruzione di una filiera agricola tutta italiana, oltre che approfondire aspetti strettamente legati all’attività di impresa, come le norme di carattere fiscale introdotte dal governo Monti e della riforma della Politica Agricola Comunitaria”.