Il candidato alla Camera della lista “Scelta civica. Con Monti per l’Italia”, Alfredo Monaci ha incontrato oggi (11 febbraio) l’ufficio di Presidenza di Confagricoltura. L’agricoltura, in una provincia come Siena, è uno dei settori portanti dell’economia del territorio. Per questa ragione Monaci ha voluto fare il punto sulle necessità del comparto, sulle esigenze degli agricoltori e sulle potenzialità di un settore troppo spesso lasciato in secondo piano.
“In una provincia come Siena e, più in generale, in una regione come la Toscana – ha detto alla fine dell’incontro Alfredo Monaci – l’agricoltura è un perno intorno a cui girano economia, occupazione, tutela del territorio e paesaggio. La mancanza di politiche nazionali adeguate ha, in questi anni, indebolito le aziende che hanno visto, lentamente ma inesorabilmente, ridursi il loro reddito ed abbattersi le possibilità di ammodernamento ed adeguamento delle strutture. Un processo che ha impoverito non solo il settore ma l’intera struttura economica del territorio”.
Le richieste giunte al candidato al Parlamento da parte di Confagricoltura sono state: un impegno in campo europeo in vista della riforma della Pac 2014 – 2020; politiche di rafforzamento dell’impresa e della cooperazione; rilancio della ricerca e dell’innovazione; ricambio generazionale; incentivi al mercato del lavoro; rafforzamento degli strumenti per il credito; semplificazione burocratica.
Un elemento di criticità forte è legato al pagamento dell’Imu. In questo campo Monaci ha detto: “Il pagamento dell’Imu sugli immobili strutturali e funzionali di un’impresa agricola si è rivelato un onere troppo pesante, soprattutto per le piccole imprese. Occorre rimodulare, come richiesto dalle associazioni di categoria, questo genere di imposta. I sacrifici, fatti fino ad oggi da tutti gli italiani, devono essere gradualmente ridotti per consentire la ripresa. E la ripresa non può prescindere dal sostegno fermo e convinto all’agricoltura, da sempre anima genuina del nostro Paese. Le imprese agricole devono poter tornare a puntare sull’innovazione come, ad esempio, le “agroenergie rinnovabili”, o muoversi liberamente sul recupero di colture tradizionali di un determinato territorio, facendo da ponte tra il passato ed il futuro, in un percorso che possa prevedere produzioni di nicchia e di alta qualità. Innescando un circolo virtuoso che parte dall’agricoltura, sono certo, si può garantire il rilancio del turismo e del commercio”.
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