La Trama: Michele Grassadonia, architetto siciliano che ha scelto Siena come luogo perfetto dove abitare senza inquinare e per svolgere il suo drastico esperimento di vita: vivere un anno senza energia elettrica ed acqua corrente.
Un giorno però viene coinvolto in uno strano incidente automobilistico che lo porta a scontrarsi con una realtà tutt’altro ideale che ha le fattezze di un incubo. Scritto e interpretato dallo stesso Lo Cascio, La città ideale è un dramma tinto di mistero che dietro le apparenze da giallo civile, con qualche eco di Camilleri, cela un animo più esistenziale e acido.
E’ innanzitutto un film di luoghi: dal titolo che segna l’ambientazione senese trasfigurata dal fondamentalismo del protagonista, fino alla professione di architetto, dalle case perfette o disordinatissime alle stanze e gli uffici in cui si rincorrono le angoscie di Michele, La città ideale racconta la lotta di un uomo per costruirsi la propria identità a partire dai posti in cui vive, scontrandosi però con l’assurdità del reale che non può accettare nessuna forma di integralismo. Lo Cascio racconta la disumanità dei meccanismi del nostro mondo partendo dalla disumanizzazione del suo protagonista, cerca di entrare col racconto e le atmosfere nella testa dello spettatore, ma è proprio qui che s’incarta e s’involve.
La ricerca spasmodica della verità e la sua attestazione allo sguardo e all’ascolto degli altri si pone allora non solo come esperienza di conoscenza o come istanza morale, ma soprattutto come unica possibilità di salvezza.
Elena Casi
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