Banca MPS, nel suo sforzo mirato a fornire un’informazione sempre più completa e puntuale su tutte le tematiche di maggiore interesse relative a mercati e settori economici, in questo mese pubblica la prima rassegna sugli indici sulle materie prime, che verrà aggiornata ogni 3 mesi.
Gli indici internazionali, rappresentati dalla famiglia DJ-GSCI mostrano a livello generale una fase di medio termine di sostanziale stabilità che si sta protraendo dal 2011 ma con delle differenziazioni a livello settoriale: positivo l’andamento delle carni e ancora negativi i cereali durante gli ultimi mesi dopo il forte calo registrato nel 2013. Relativamente stabili sono stati i comparti energetico ed i metalli preziosi che non hanno risentito più di tanto delle tensioni geopolitiche internazionali, mentre i metalli non ferrosi hanno mostrato i primi segnali di miglioramento dopo il trend negativo in essere dal 2011.
L’unica materia prima che si è distinta per il suo forte trend rialzista durante la prima parte di quest’anno è stato il caffè arabica, i cui prezzi sono saliti addirittura dell’80% in pochi mesi per l’arrivo della siccità in Brasile che ha determinato un calo dei raccolti di arabica in quel paese del 20% con il conseguente ritorno al deficit di quel mercato che è atteso ad oltre 11 milioni di sacchi previsti per il 2015. Qualora altri paesi produttori dovessero manifestare problemi di questo genere, la prossima annata si presenterà difficile per chi deve approvvigionarsi della materia prima.
Per quanto riguarda l’andamento delle materie prime in Italia, Banca MPS presenta i suoi indici proprietari, MPS-NFM per i metalli non ferrosi, MPS-CER per i cereali ed MPS-PG per il caseario con riferimento al Parmigiano-Reggiano e Grana Padano: anche qui si registrano andamenti divergenti con i prezzi dei metalli in netta ripresa durante gli ultimi 5 mesi, i cereali in calo da maggio dopo un discreto inizio anno e i prezzi del caseario che hanno confermato il momento di difficoltà con l’indice ai minimi da due anni a questa parte.
Malgrado la debolezza dell’economia in Italia, i prezzi dei metalli sono saliti di circa il 10% dallo scorso marzo risentendo di fattori internazionali come il notevole calo delle giacenze nei magazzini del London Metal Exchange di zinco e alluminio, scese rispettivamente del 50% e del 13% da inizio 2013, calo motivato dai forti tagli produttivi.
Nel caso dell’alluminio, la fase di riassorbimento delle scorte sembra appena cominciata dopo l’esplosione delle giacenze che ha fatto seguito alla crisi del 2008: il livello attuale, pari ad oltre 4 milioni di tonnellate rimane comunque ancora doppio rispetto al livello medio degli ultimi 15 anni.
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