Il saluto del presidente della Provincia, Simone Bezzini in occasione delle celebrazioni ufficiali a Siena: “Care cittadini, cari cittadini, autorità, ufficiali, sottufficiali e soldati, con emozione e orgoglio sono a portarvi il mio saluto e quello di tutta la provincia di Siena in occasione delle celebrazioni del 4 novembre, “Giorno dell’Unità Nazionale” e “Giornata delle Forze Armate'”. Anche quest’anno ci troviamo insieme di fronte a questo luogo di memoria per rendere omaggio a chi ha perso la vita per la libertà e assicurare un futuro al Paese e, al tempo stesso, per ringraziare tutti quegli uomini e quelle donne che ogni giorno – sul territorio italiano e nelle missioni internazionali – operano per assicurarci una condizione di sicurezza, legalità, stabilità e pace.
Permettetemi, innanzitutto, di unirmi al ricordo e al cordoglio per la morte del caporale Tiziano Chierotti, il giovane militare ucciso il 26 ottobre scorso in Afghanistan, durante un attacco terroristico nell’ambito della missione Isaf. Tiziano aveva solo 24 anni, aveva il futuro davanti a sé. Mi sembra doveroso ricordarlo oggi, insieme a tutti i militari che hanno perso la vita nell’ambito delle nostre missioni internazionali e ai soldati italiani, oltre 600 mila, uccisi durante la prima guerra mondiale. Chi ha avuto occasione di visitare il sacrario militare di Redipuglia, in Friuli, dedicato alla memoria dei caduti della grande guerra, sa che ci sono luoghi dove si avverte, più di altri, il peso del sacrificio e la responsabilità collettiva del rispetto e della memoria. L’Asilo Monumento, costruito per ricordare i senesi caduti durante la prima guerra mondiale, è uno di questi luoghi, dove memoria e vita si intrecciano.
Oggi siamo qui anche per non disperdere il ricordo di chi ci permette, nel presente, di vivere in una Nazione libera, indipendente e democratica. Qualche anno fa, l’allora presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha definito il 4 novembre il giorno “della memoria comune degli italiani”: una memoria che va difesa, preservata e attualizzata giorno dopo giorno perché le celebrazioni abbiano sempre un riflesso sul presente, segnino una strada verso il futuro.
Viviamo tempi difficili: un Paese ancora nella morsa della crisi, uno scenario internazionale segnato da tensioni e instabilità. In entrambi i contesti, come ha sottolineato anche il nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, nel suo messaggio di auguri dello scorso anno, “le Forze Armate italiane costituiscono un’istituzione di riferimento per il paese e per la comunità internazionale”. Le nostre Forze Armate sono espressione e garanzia, nel presente, della libertà e della democrazia. L’Esercito Italiano, la Marina Militare, l’Aeronautica, l’Arma dei Carabinieri e la Guardia di Finanza sono presidio di protezione, di difesa delle istituzioni, sono presenza di pace nel nostro come in altri Paesi.
Dall’Europa al Medio Oriente, dall’Africa all’Asia, le Forze armate italiane sono impegnate in operazioni di supporto alla pace in tutte le principali aree di crisi del mondo. Le missioni militari in corso sono trenta, in ventisette paesi diversi. Sappiamo bene, per averlo vissuto sulla nostra pelle, quanto il ruolo rivestito dai nostri uomini e dalle nostre donne, all’interno delle missioni promosse dalle organizzazioni internazionali, possa essere delicato e pericoloso. Sono passati tre anni dalla strage di Kabul. Tre anni da quel 17 settembre 2009 in cui persero la vita i caporalmaggiori Davide Ricchiuto, Giandomenico Pistonami, Matteo Mureddu e Massimiliano Randino; il sergente maggiore Roberto Valente e il tenente Antonio Fortunato. Quei sei ragazzi caduti facevano parte del 186° Reggimento Paracadutisti “Folgore”. Ognuno di loro, a suo modo, aveva un legame con la nostra città e la sua provincia, alcuni avevano scelto questa terra per vivere e far crescere i propri figli. Ricordiamo anche loro, oggi, nel nome dell’autentico e affettuoso rapporto che lega Siena ai sui paracadutisti, guidati dal Comandante Roberto Angius, che saluto.
Un rapporto speciale, fatto di vicinanza fisica ed emotiva, di rispetto e orgoglio, ma anche di collaborazione concreta a sostegno della comunità nel momento del bisogno. Penso, per esempio, all’aiuto fattivo che i paracadutisti del 186° Reggimento hanno profuso in occasione dell’eccezionale nevicata del febbraio scorso. Grazie al loro intervento è stato possibile ripristinare la viabilità e “liberare” dall’isolamento la fazione di Iesa, nel Comune di Monticiano. Un segnale di vicinanza, un punto di riferimento sempre presente.
La professionalità e la dedizione delle nostre Forze Armate, nei diversi teatri di tensione e conflitto, così come nelle nostre città, è riconosciuto e apprezzato nel Paese e a livello internazionale. Al loro impegno quotidiano è doveroso rendere omaggio con questa giornata di festa. Per dire loro grazie, per testimoniare il nostro riconoscimento per il servizio che rendono a tutta la comunità.
Lo scorso anno abbiamo celebrato, anche sul nostro territorio, i 150 anni dell’Unità d’Italia con tanti eventi e iniziative che hanno visto istituzioni e cittadini uniti e appassionati nel ricordare con orgoglio i valori fondanti della nostra patria, all’insegna della libertà, della democrazia e della pace. Facciamo tesoro di questi valori, basi fondamentali della nostra Costituzione, per guidare la nostra azione, nel presente e nel futuro.
Buon 4 novembre a tutti e viva le nostre Forze Armate!
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