“Tra gli attori, direttamente e indirettamente coinvolti nella vicenda Mps, a partire dalle istituzioni nazionali, non c’é stata nei mesi scorsi, salvo rarissime eccezioni, la piena consapevolezza delle problematiche che sono emerse in modo dirompente in questi giorni. Quando questa consapevolezza é maturata era troppo tardi è ‘i buoi erano già scappati dalla stalla”. Con queste parole Simone Bezzini, presidente della Provincia di Siena interviene su Banca e Fondazione Mps alla luce degli ultimi accadimenti.
Da parte delle istituzioni proposte c’è stata tanta sottovalutazione su Mps. “Non voglio alimentare sterili e nuove polemiche – dice Bezzini – ma leggo ricostruzioni sulla vicenda Mps che hanno poco a che fare con la realtà. Fin dall’estate scorsa mi sono fatto promotore di una serie di incontri con i livelli istituzionali nazionali e regionali per richiamare la loro attenzione sulla necessità di coordinare il percorso di riposizionamento della Banca con la tutela del patrimonio residuo della Fondazione. Era chiaro infatti che si rischiava il corto circuito sul passaggio dell’aumento di capitale. Purtroppo ho trovato solo tanta sottovalutazione su questo snodo cruciale e ritengo anche che questo sia anche uno dei motivi veri che hanno prodotto quanto avvenuto. Se due o tre mesi fa ci fosse stata una forte iniziativa da parte delle autorità competenti per evitare che “due ragioni” entrassero in conflitto, oggi ci troveremmo in una condizione radicalmente diversa”.
Siena non è un coacervo di localismo deteriore, ma una realtà che sta reagendo con coraggio. “É evidente che la tensione che si é determinata – spiega Bezzini – ha riaperto a Siena spazi di manovra e di visibilità per le forze della restaurazione e per i falsi innovatori. Siena fortunatamente é anche altro e molto di più. A Siena c’é anche chi, negli ultimi anni, ha fatto una severa autocritica, chi ha sostenuto con linearità il rinnovamento dei management di Banca e Fondazione, chi ha supportato le revisione di norme arcaiche presenti nello statuti dei due enti, chi si é misurato con gli aspetti dolorosi e impopolari del piano di ristrutturazione, senza cavalcare il malcontento. Siena é anche questo. Sbagliano tutti coloro che dall’esterno rappresentano la nostra realtà come un coacervo di localismo deteriore. Certo c’é un forte grumo conservatore, ma ci sono anche forze che stanno reagendo e che con coraggio si sono messe e si stanno mettendo in discussione per andare incontro a un radicale cambiamento”.
Riannodare i fili spezzati. “Detto questo – conclude Bezzini – ribadisco che é assolutamente necessario che tutti gli attori si adoperino per riannodare i fili spezzati e non disperdere il lavoro fatto con fatica negli ultimi due anni. Nonostante le forti tensioni di questi giorni e le enormi incertezze di questo momento credo che ci sia ancora uno spazio per dare un futuro alla Banca e per tutelare al meglio il patrimonio residuo della Fondazione, senza che questo significhi ripercorrere le logiche sbagliate del decennio scorso. Faccio quindi un appello accorato ai management di Banca e Fondazione Mps che come più volte ribadito ritengo autorevoli e competenti, affinché insieme possano superare questa fase difficile, evitando inutili e dannose destabilizzazioni”.
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