“Con i nuovi strumenti urbanistici si apriranno spazi e possibilità di lavoro. Questo Piano fissa il tema del consumo zero di suolo e risponde ad esigenze produttive, residenziali, commerciali nonché alla necessità di spazi pubblici e collettivi. Un piano che ha avuto un largo consenso in consiglio comunale con i voti favorevoli di Rifondazione Comunisti Italiani, Liberamente, Riformisti Liberali, l’astensione di Fratelli di’Italia e del Pdl e nessun voto contrario. Segno di una prospettiva ampliamente condivisa”.
Così David Bussagli, candidato alle primarie del centro sinistra a Poggibonsi che si svolgeranno il 9 marzo, interviene sui temi dell’urbanistica e sul Piano Strutturale di Poggibonsi appena approvato.
“E’ la stessa strategia seguita dal nostro segretario, Matteo Renzi, a Firenze, con il nuovo Piano Strutturale a volume zero – dice Bussagli – Strategia che Renzi rivendica, giustamente, e che rappresenta un’opportunità concreta per lo sviluppo sostenibile. Chi dice il contrario, favorisce la rendita, non le imprese. Del resto, già il Piano sviluppato dalla giunta Ceccherini negli anni ’90 perseguiva questa direzione. Mario Campatelli se lo ricorda sicuramente”.
“Consumo zero del territorio, recupero dei volumi esistenti, qualità urbana, riconversione ecologica, risparmio energetico sono i criteri guida di questo Piano – spiega Bussagli – In primo luogo, recupero e trasformazione significano lavoro. Significano imprese edili che possono recuperare spazi di attività insieme a idraulici, elettricisti, imprese dell’arredamento. La rigenerazione e la trasformazione urbana per le imprese edili hanno la stessa efficacia dello sviluppo pensato sul consumo di nuovo suolo, come si faceva però negli anni ’50 e ‘60. Noi oggi con il consumo zero di suolo contrastiamo la rendita e favoriamo imprese e lavoro”.
“A Poggibonsi ci sono molti appartamenti vuoti – fa notare Bussagli – Una strategia urbanistica che andasse verso l’espansione della città attraverso il consumo di nuovo suolo determinerebbe un aumento del traffico e dei costi per tutta la collettività. E’ più utile andare verso il recupero di quartieri costruiti negli anni ’50 che non hanno più standard di vivibilità adeguati. Il nostro obbiettivo è edilizia di qualità per tutti. Non è un caso che nelle città moderne gli edifici di maggiore qualità stiano al centro”.
“C’è tutta una filiera industriale dell’edilizia – continua – che può trovare spazi di crescita in questo contesto. La certezza delle norme urbanistiche, adeguate alle normative regionali che prevedono indicazioni prescrittive in materia di consumo di suolo, rigenerazione urbana, tutela del patrimonio collinare, insieme alla tutela ambientale, al recupero energetico, alla sicurezza degli edifici e alla qualità urbana vanno in questa direzione. Spazi di possibilità ci possono essere anche per la filiera del legno”
“Anche l’Unione Europea, con la nuova programmazione Horizon 2014-2020 – fa notare – spinge verso efficienza energetica e la riqualificazione del patrimonio edilizio italiano. L’Italia disporrà di 7 miliardi di euro per questi progetti. Con queste risorse sarà possibile riqualificare finalmente il patrimonio edilizio esistente, con interventi per l’efficienza energetica e la sicurezza antisismica, migliorando la qualità dell’abitare e di-mezzando i consumi e le spese in bolletta per i cittadini”.
“Il nostro compito sarà quello di spingere perchè i processi di trasformazione possano concretizzarsi – conclude Bussagli – Il nostro territorio ci è stato dato in eredità da chi è venuto prima di noi, abbiamo l’obbligo di lasciarlo ai cittadini che verranno dopo di noi in modo che possano godere della stessa bellezza e delle stesse opportunità di crescita e sviluppo. Su questi temi dovremo costantemente tenere aperto il dialogo con i cittadini”.