Gestione trasparente e integrata delle cooperative per un sistema di servizi efficace ed efficiente. “Entrando nel dettaglio delle questioni sollevate dall’intervento – spiegano Cambi e Marchi – ribadiamo l’assoluto rispetto da parte delle nostre cooperative sociali del contratto collettivo nazionale di riferimento nonché l’adozione della più ampia e assoluta trasparenza nella gestione, garantita dal sistema di revisioni non solo contabili a cui sono sottoposte, da parte delle Associazioni di Categoria di riferimento e da parte di tutti gli organi di controllo individuati dalla Legge. Le Cooperative aderenti a Centrali Cooperative, come LegaCoop e Confcooperative, sono quelle che hanno più controlli rispetto a quelle non aderenti a nessuna centrale cooperativa. “E’ vero – proseguono i due presidenti – che i livelli salariali dei lavoratori, soci e non, delle cooperative sociali sono sicuramente più bassi di quelli del pubblico impiego, ma ciò solo in relazione ai differenti risultati a cui hanno portato le trattative sindacali di settore, e sempre nel rispetto delle leggi. Non si possono strumentalizzare per fini politici singoli casi particolari, gettando discredito su un intero sistema che ha garantito fino ad oggi servizi a tutte le fasce più deboli della nostra società. E’ bene ricordare inoltre che la catalogazione delle cooperative in “rosse e bianche” ormai fa parte di una visione politica superata, assolutamente strumentale ed anacronistica: Legacoop e Confcooperative a livello nazionale hanno dato vita all’Alleanza delle Cooperative Italiane, rappresentate da un unico portavoce, e a livello locale collaborano con continuità e proficuamente”.
L’adozione di un codice etico per evitare conflitti di interesse. “Per quanto riguarda il tema delle dimensioni delle cooperative – proseguono Cambi e Marchi – occorre ricordare che, come insegnano le conoscenze basilari dell’economia, in un mercato, che guarda ben oltre le mura di Siena, le piccole cooperative si dimostrano meno competitive, proponendo agli utenti livelli di qualità e alle stazioni appaltanti prezzi dei servizi, che sempre più con difficoltà, reggono la concorrenza delle grandi cooperative che, anche, ma non solo, in ragione delle loro dimensioni, riescono a effettuare economie di scala e a garantire un’organizzazione che non conta solo sulla buona volontà, ma anche su alti livelli di professionalità. Da tempo – spiegano ancora i due presidenti – sosteniamo la necessità di porre fine alle gare al massimo ribasso (non solo nel settore del sociale) e chiediamo, anche in quelle gestite con il sistema dell’offerta economicamente più vantaggiosa, quindi che valorizza la qualità del servizio offerto, che gli enti verifichino costantemente, durante tutta la durata dell’appalto, il rispetto del CCNL e delle altre normative cogenti. Così come riteniamo senz’altro opportuna, laddove non è già in essere, l’adozione di codici etici che evitino conflitti di interessi tra chi svolge incarichi di governance, all’interno delle cooperative e altri incarichi politici o sindacali”.
Le cooperative come strumento utile al rilancio di Siena. “E’ opportuno far presente – concludono Cambi e Marchi – anche richiamando la legge 381/1991, che le cooperative sociali, nella forma e nella sostanza, sono quel soggetto socio-economico, in effetti unico, a cui lo Stato delega parte della propria funzione pubblica. Per questa ragione non è possibile equiparare l’esternalizzazione praticata da enti, pubblici o privati, in favore di soggetti economici terzi, con quella effettuata da enti locali in favore delle cooperative sociali. Proprio per il fondamentale e riconosciuto ruolo sociale, economico e occupazionale svolto da tutte le cooperative sociali e più in generale da tutto il sistema cooperativo, invitiamo tutti i candidati alle elezioni amministrative per il Comune di Siena a considerare il contributo delle nostre associazioni di categoria e delle nostre cooperative, come un elemento utile al perseguimento del rilancio della nostra città”.
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