“Siamo soddisfatti solo parzialmente della risposta che ci ha fornito il Sottosegretario Giorgetti oggi in Aula sul tema dei pesanti e lineari tagli alle Province, che rischiano di portare le amministrazioni verso il dissesto finanziario”. Con queste parole l’onorevole Susanna Cenni, parlamentare senese del Partito democratico commenta la risposta all’interpellanza urgente sui tagli ai bilanci delle amministrazioni provinciali, ricevuta ieri, giovedì 16 maggio alla Camera dal Sottosegretario Economia e Finanze, Andrea Giorgetti. L’interpellanza, firmata da altri trenta parlamentari, segue due ordini del giorno presentati da Susanna Cenni e dal collega Massimo Fiorio, deputato piemontese del Pd, e approvati durante la votazione sul decreto dei pagamenti dei debiti della Pubblica amministrazione, con i quali si impegnava il Governo ad adottare provvedimenti urgenti per evitare che i tagli previsti causino dissesto finanziario delle amministrazioni provinciali, assicurando la corretta erogazione dei servizi per i cittadini, anche intervenendo sui criteri di riparto del fondo sperimentale di riequilibrio per evitare la penalizzazione di alcune regioni.
“Il Sottosegretario – continua Cenni – pur non prendendo impegni precisi sulle istanze che lo stesso presidente dell’Upi, Antonio Saitta, ha più volte avanzato, ha chiarito l’intenzione del Governo di attivarsi per evitare il rischio di dissesto della amministrazioni provinciali, cosi come l’impegno a tutelare il personale oggi in organico, le professionalità e i diritti dei lavoratori. Abbiamo riscontrato, tuttavia, che non è stata forse ben compresa la gravità che possono avere i tagli lineari ai bilanci delle Province, specie per quelle amministrazioni virtuose che hanno operato fino ad oggi una gestione oculata delle risorse. Dallo scorso anno i tagli per le amministrazioni provinciali sono passati da 1 miliardo a 1 miliardo e 200 milioni di euro, mettendo in grande difficoltà soprattutto le Province che oltre alle loro funzioni (edilizia scolastica, sviluppo economico e servizi per il mercato del lavoro, gestione del territorio e tutela ambientale, servizi di viabilità e trasporti) assolvono anche ad alcune funzioni delegate dalla Regione. È il caso della Toscana e del Piemonte, che secondo l’Upi sono le regioni maggiormente penalizzate dai tagli”.
“Il problema vero – continua Cenni – è che il processo di riorganizzazione delle province è partito in fretta e male, senza inserire il tutto dentro una riforma seria ed organica degli enti locali, che specificasse in modo chiaro e trasparente le funzioni dei vari enti, definendo chi deve fare cosa. Lo stesso Ministro per gli affari regionali, Graziano Delrio, ha indicato come prioritaria una riforma istituzionale, confermando la convinzione di procedere al superamento delle province, ma anche la necessità di ragionare su forme intermedie tra i Comuni e le Regioni. L’accorpamento delle Province ipotizzato durante il Governo Monti si è fermato con la fine anticipata della legislatura, ma i tagli no e le Province sono ancora attive e devono continuare a erogare servizi per assicurare il welfare dei loro territori. Discuteremo del futuro profilo della riforma, ma intanto bisogna intervenire per aggiustare pasticci ed evitare conseguenze pesantissime sui territori”.
“Adesso – conclude Cenni – agli impegni del Sottosegretario devono seguire fatti concreti, su tempi e risorse, perché le amministrazioni locali non possono, prima di tutto, lavorare nell’incertezza su cifre e competenze”.
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