Il Centro Studi Sociali contro le mafie Progetto San Francesco in merito alla vendita della tenuta di Suvignano: “Non serve vendere i beni confiscati, serve cancellare i mutui bancari che li opprimono e ne impediscono il loro riutilizzo sociale”. Il Centro Studi Sociali contro le mafie Progetto San Francesco sostiene l’opposizione di Libera alla vendita di Suvignano, della tenuta confiscata a Monteroni d’Arbia, specificando con forza una prospettiva economica: “Siamo con Libera e con tutte le altre associazioni che si oppongono alla vendita della tenuta confiscata di Suvignano, poiché questo cattivo esempio di gestione del bene confiscato apre le braccia al qualunquismo. Chiediamo che vengano cancellati i mutui bancari (aperti spesso in modo oscuro dai mafiosi ex proprietari) che gravano i beni confiscati e ne impediscono il loro riutilizzo sociale e al contempo i milioni di euro confiscati ai clan tornino al territorio, il 50% dei capitali confiscati si riutilizzato per sostenere la cassa integrazione dei lavoratori in difficoltà e costituiscano un fondo sociale per imprese giovani e femminili. Vendere Suvignano sembra essere la pessima cura di uno sciamano che vuole curare le ustioni con la crema idratante”, così Antonio Scuderi e Alessandro de Lisi, responsabile del Progetto San Francesco a Siena e direttore del Centro Studi Sociali contro le mafie Progetto San Francesco.
Alessandro de Lisi
Direttore del Centro Studi Sociali contro le mafie Progetto San Francesco
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