Aumentano i serivi alla Casa della Salute nel centro storico della Città di Chiusi. Nella struttura sanitaria, di recente inaugurata nei locali dell’ex ospedale, ha trovato spazio un nuovo ed efficiente punto Avis che potrà essere il centro di riferimento per i tanti donatori della cittadina etrusca.
“Dopo la sfida della donazione degli organi – dichiara il sindaco Stefano Scaramelli – la riapertura di un punto Avis accreditato nella nostra Casa della Salute è molto importante per la città di Chiusi. Siamo certi che questo rappresenterà un grande servizio per tutti i nostri donatori perché ad esempio non dovranno più prendere la macchina ed arrivare a Nottola. Donare sangue significa donare vita e auspichiamo che, anche grazie a questo nuovo servizio, a tante persone venga la voglia di donare perché ce n’è veramente bisogno. Da parte nostra nelle prossime settimane annunceremo una convenzione proprio con l’Avis perché il pubblico deve essere sempre in prima linea quando si parla di solidarietà”.
“Il messaggio che parte da oggi – dichiara il presidente dell’Avis di Chiusi Mario Franceschini – è che ci siano sempre più donazioni e donatori di sangue anche nella nostra città. Tutti possono donare il sangue giovani e meno giovani, è una pratica indolore e poi le nostre infermiere sono molto brave e preparate e anche la nuova struttura è all’avanguardia. Siamo contenti della nostra associazione che ormai ha 57 anni d’età, ma vogliamo fare ancora meglio per il bene di tutti”.
Il Comune di Chiusi continua dunque a lanciare segnali importanti sul modo di concepire la sanità e come sottolinea il sindaco la vera sfida del futuro sia amministrativa che politica sarà quella di avere dei presidi sanitari nei vari territori, una sfida che Chiusi asta abbracciando con una nuova Casa della Salute con sempre più servizi in centro storico e un nuovo Centro Medico allo Scalo nel quale si sono riuniti tutti i medici di famiglia.
“In queste ore la Regione Toscana – conclude il sindaco Scaramelli – sta votando la nuova riforma sanitaria, può andare bene la riorganizzazione, ma bisogna partire dalla convinzione che sulla sanità e sulla salute non si può tagliare, ma anzi occorre investire sulle strutture nei territori, sui medici, sugli infermieri al fine di essere sempre più vicino ai cittadini”.