Credo che la Tares, così come è stata pensata sia solo una tassa ingiusta e profondamente iniqua dal punto di vista sociale perché ignora le difficoltà sia delle famiglie e delle imprese e per questo sono convinto che sarebbe dovuta slittare al 2014 perché se è vero che esistono le leggi, esiste anche il buon senso.
Sarebbe bastato ascoltare tutti gli operatori economici, le autonomie, le rappresentanze pubbliche, le parti sindacali che chiedevano di rinviare l’applicazione della Tares così da studiarla e rimodularla secondo principi di equità sociale, ma la cieca e sorda politica dei tecnici ha voluto continuare nel proprio cammino fregandosene delle difficoltà di centinaia di famiglie ed imprese che adesso passeranno probabilmente il peggior Natale degli ultimi anni. Di tutto questo dobbiamo ringraziare in primis il governo Monti che ha partorito l’idea, ma anche e soprattutto l’incapacità politica dei partiti che hanno sostenuto il governo dei tecnici a partire dal Partito Democratico di Bersani che come in uno stato comatoso non ha saputo battere i pugni sul tavolo e fermare una norma sfacia-società puramente tecnica e che niente ha di equo. Sono certo che per gente come Bersani, Berlusconi e Monti pagare la Tares non deve essere un problema, ma è tutta un’altra storia per chi è costretto con mille euro al mese o anche meno a far quadrare un bilancio familiare oppure il bilancio di una impresa avendo magari anche l’ambizione di far passare ai propri cari un Natale sereno.
Durante il governo Monti abbiamo sentito spesso parlare di equità con il risultato che a pagare sono stati ancora una volta i soliti noti ovvero i più deboli perché al di là delle belle parole è sempre più facile andare a prendere denaro nella massa anziché andare ad intaccare gli interessi dei ricchi e dei poteri forti e di questo, sono convinto, soprattutto i grandi politici che si sono dichiarati di sinistra e che hanno caratterizzato la scena politica italiana 2011-2012 si dovrebbero vergognare perché hanno tradito la propria base elettorale che attualmente sta pagando la situazione generata dall’errore di non aver avuto la forza nel 2011 di andare alle elezioni in seguito alle dimissioni di Berlusconi. Un paese che crede nello sviluppo e nella crescita dovrebbe, come minimo, aspettare la ripresa reale ovvero quella fatta da più occupazione e maggiore capacità di spesa per le famiglie prima di calare delle vere e proprie mannaie nelle teste di famiglie ed imprese.
In tutto questo, ancora una volta gli enti locali sono lasciati soli a comprendere i disagi dei propri cittadini a volte accusati di immobilismo, quando invece la cruda e triste realtà può essere descritta con la metafora di mani legate da lacci romani ben lontani dal conoscere le esigenze reali dei cittadini.
A Chiusi siamo ben consapevoli di quanto duro sarà l’impatto della Tares e per questo abbiamo cercato di fare il possibile per attutire il colpo e nei piccoli margini che avevamo a nostra disposizione, di limitare l’impatto per le famiglie agendo sulla percentuale di ripartizione della tariffa e allo stesso tempo, provare a livellare, adattando i coefficienti previsti dal decreto 158/99, anche le utenze non domestiche, ma tutto questo non basta ed è inaccettabile che i Comuni siano assolutamente impotenti nell’unico ruolo di strozzino dello Stato.
Juri Bettollini – assessore bilancio e finanze Comune di Chiusi