Il Comune di Chiusi ha rinunciato a una parte di entrate applicando la tariffa dell’Imu al minimo consentito sulle prime case, cioè il 4 per mille. Per i cittadini ciò si traduce in una tariffa inferiore a quella della vecchia Ici. “Una scelta coraggiosa – fa notare l’assessore al bilancio Juri Bettollini – difficile e non scontata: abbiamo dovuto coniugare le aliquote con le necessità dei cittadini, che in questo momento chiedono attenzione alla tenuta socio economica della nostra città. Non è stato facile, visto il pesante taglio effettuato dallo Stato, che per il nostro bilancio ammonta a circa 600mila euro. Per fare un paragone, l’entrata che il Comune di Chiusi vedrà materializzarsi dall’Imu prima casa, sarà inferiore di 100mila euro rispetto all’ultimo gettito Ici certificato a bilancio del 2007: dai 640 passiamo infatti ai 540mila euro al netto delle detrazioni di legge”. Far quadrare i conti e quindi tutelare le famiglie che possiedono una sola abitazione, è stato possibile grazie alla dismissione di alcune partecipate inutili ed al processo di valorizzazione delle proprietà comunali attuato dalla giunta. “La politica del Comune – ha più volte ribadito il sindaco Stefano Scaramelli – ha sempre guardato alla tutela delle fasce sociali più deboli e delle imprese”.
Lo dimostrano vari strumenti di sostegno e di finanziamento attuati, che tuttavia hanno consentito di chiudere il bilancio in maniera regolare. Anzi, con un perfetto rispetto del Patto di stabilità interno. “Siamo riusciti – aggiunge Bettollini – a chiudere tutti i conti in regola in funzione di importanti investimenti. Basti pensare che al 31 dicembre tutte le fatture relative a lavori e servizi esterni del 2011 erano state saldate, grazie anche all’impegno del nostro personale tecnico-amministrativo. La normativa del Patto di stabilità 2012-2014, che prevede inasprimenti tali da limitare fortemente la forza di pagamento dell’ente – anche nei casi in cui le risorse saranno già a disposizione delle casse comunali – a nostro avviso dovrebbe essere rivista per consentire ai Comuni di spendere i propri soldi in opere pubbliche, escludendo le spese d’investimento dalle attuali limitazioni, per favorire la ripresa del tessuto economico”.
Tornando all’Imu e ricordando che il 50 per cento del gettito (con esclusione della prima casa e dei beni agricoli) andrà allo Stato, i proprietari di più fabbricati avranno una tassazione del 10,5 per mille. Per gli immobili strumentali a servizio dell’agricoltura è confermata l’aliquota ordinaria del 2 per mille. Infine, per ciò che concerne gli immobili a servizio di imprese commerciali o strumentali per l’esercizio di arti e professioni, essi saranno agevolati grazie ad una tassazione inferiore pari al 9 per mille. “Crediamo che prevedere un’agevolazione per il sistema produttivo – chiosa il sindaco Scaramelli – in un momento in cui il contesto economico profondamente incerto e difficile influenza inevitabilmente anche il nostro Comune, sia un atto di assoluta responsabilità. In quest’ottica dobbiamo mettere in campo ogni possibile elemento di sostegno, atto anche a mantenere e sviluppare gli attuali livelli occupazionali”.