Cinquanta centesimi a notte, stagionalità, censimento di tutte le forme che offrono soggiorno ed ospitalità, ma soprattutto omogeneità nell’applicazione della tassa di soggiorno per non creare “zone franche” nei Comuni di Siena e provincia. A chiederlo Coldiretti e Terranostra Siena che hanno presentato, ai Comuni della provincia di Siena, un documento ricco di osservazioni, richieste e soprattutto rischi che corre il comparto agriturismo a causa dell’attuazione della tassa di soggiorno. Sono a macchia di leopardo le tariffe già deliberate nel territorio: per una notte in agriturismo si passa dai 2 euro di Siena ai 50 centesimi del comune di Casole d’Elsa, una competizione all’interno della stessa provincia che per Terranostra Siena è dannosa e pericolosa. “Altro aspetto fondamentale – spiega Gioia Milani presidente Terranostra Siena – riguarda la legittimità delle nostre strutture a fungere da esattore.
La sentenza del TAR (ricorso numero di registro generale 1348 del 2011), che ha dato ragione agli albergatori fiorentini, stabilisce che i proprietari di strutture ricettive non possono essere riconosciuti come soggetti passivi aggiuntivi dell’obbligazione di pagare l’imposta in quanto si violerebbe la riserva di legge posta dalla Costituzione in materia tributaria”. Terranostra Siena, che non si oppone all’applicazione della tassa di soggiorno, chiede quindi agli Enti Locali della provincia di Siena maggiore attenzione sulla fiscalità e, soprattutto che, nell’elaborazione delle modalità di introduzione della nuova “gabella” sul turismo verde, non venga mai perso di vista l’importante ruolo di tutela ambientale e di valorizzazione rurale svolto dall’impresa agricola e da chi fa agriturismo.
“Nella lettera presentata alle amministrazioni, e durante gli incontri svolti, abbiamo chiesto – commenta Massimiliano Volpone, direttore di Coldiretti Siena – che la nuova tassa oltre a garantire l’equilibrio di bilancio dei Comuni contribuisca al miglioramento dell’offerta turistica e per farlo, crediamo sia necessario mettere in campo scelte di lungo periodo e riforme strutturali capaci di portare a risultati duraturi nel tempo, come ad esempio la messa in sicurezza e la manutenzione delle strade bianche, per non penalizzare gli operatori del settore e l’economia del turismo dei comuni in cui sarà introdotta”. Terranostra Siena punta il dito anche sulle possibili entrate ipotizzate dai Comuni che, secondo il sindacato dell’agriturismo, andrebbero ricalcolate. “I conti – spiega Milani – sono stati fatti sulla base delle entrate e delle statistiche elaborate negli scorsi anni e il 2012, potrebbe registrare presenze molto lontane a causa dell’andamento economico nazionale e della sempre pesante incidenza meteorologica sull’agricoltura. Chiedere ad una famiglia di 4 persone, per una settimana di soggiorno, fino a 56 euro di tassa di soggiorno significa mettere un balzello sul turismo capace di dirottare i turisti verso altre destinazioni e sottrarre capacità di spesa ai nostri ospiti che non investiranno più quei soldi nei nostri negozi e nei nostri prodotti che, invece, dopo tre anni di crisi, avrebbero un estremo bisogno di tornare a crescere”. Per Coldiretti e Terranostra Siena la tassa di soggiorno rischia quindi di innescare una pericolosa spirale che rischia di affossare non solo l’agriturismo ma tutta l’economia senese legata al turismo.
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