Lo sviluppo urbanistico di Colle di Val d’Elsa visto attraverso l’intreccio fra la migrazione – interna e straniera – che ha interessato la città negli ultimi decenni, le politiche abitative in risposta alla questione “casa”, la riqualificazione urbana della parte alta e bassa e la necessità di ampliare sempre di più lo sviluppo territoriale a livello di area. Sono stati questi i temi toccati dal sindaco di Colle di Val d’Elsa, Paolo Brogioni durante l’intervento al convegno “I migranti: risorsa per la rigenerazione dei centri storici delle città medio-piccole”, organizzato dall’Università La Sapienza di Roma e svoltosi nei giorni scorsi nella Capitale.
“Il convegno – spiega Brogioni – ha messo a confronto esperienze diverse, sia in Italia che all’estero, sulle politiche di integrazione e di rivitalizzazione e riqualificazione dei centri storici, offrendo l’opportunità di presentare l’esperienza di Colle di Val d’Elsa e della Valdelsa. La nostra area, infatti, è sempre stata molto attrattiva grazie al dinamico tessuto industriale e la migrazione, sia interna che straniera, ha contribuito alla crescita demografica degli ultimi decenni, generando evoluzioni sociali, culturali e urbanistiche. Ancora oggi, nonostante la crisi, la qualità dei servizi e la presenza di numerose attività continua ad attrare flussi migratori”.
“Dare risposte ai nuovi cittadini – continua Brogioni – rappresenta una sfida, ma anche un’opportunità per gli enti locali e, in primis, per i Comuni. Oggi a Colle di Val d’Elsa gli stranieri sono circa il 12 per cento della popolazione, con una crescita dei bambini stranieri nelle nostre scuole, di ogni ordine e grado. Le migliori politiche di integrazione passano proprio dalle aule scolastiche, dove i ragazzi crescono confrontandosi con culture diverse. Sul fronte delle politiche urbanistiche, dopo lo sviluppo, negli anni passati, di interventi di housing sociale per favorire l’accesso all’abitazione delle fasce più svantaggiate della popolazione, con aree Peep ed Erp, oggi si sta lavorando per ridare identità alle zone centrali della città, restituendo loro un ruolo di presidio territoriale e sociale. Va in questa direzione il percorso di rigenerazione che sta interessando la parte bassa, dopo la riqualificazione della parte alta, con interventi strategici tesi a recuperare e rilanciare aree che, fino a pochi anni fa, ospitavano attività industriali all’interno del centro urbano. Il centro storico sta tornando a essere il fulcro della vivibilità urbana, con la riqualificazione di Piazza Arnolfo e dell’area davanti al Teatro del Popolo e anche grazie all’apertura di nuove attività commerciali in aree quali Via Garibaldi, collegamento strategico fra Piazza Arnolfo e l’impianto di risalita che porta in Colle alta”.
“Di fronte a una fase socio-economica che presenta crescenti criticità e a un’evoluzione sociale che sta cambiando le esigenze e le richieste dei cittadini – conclude Brogioni – è fondamentale allargare la strategia di sviluppo del territorio da parte dei Comuni in un’ottica di area, unendo le forze pur mantenendo le singole identità. In Valdelsa contiamo già su esperienze positive e consolidate, dalla Fondazione Territori Sociali AltaValdelsa, unica nel suo genere in Italia per la gestione dei servizi sociali, al Piano integrato di sviluppo urbano sostenibile, Piuss, ‘Città di Città AltaValdelsa’. Adesso, dobbiamo lavorare per estendere queste esperienze anche ad altri ambiti, in risposta a un territorio dove mobilità, nuove tecnologie e fruizione dei servizi si intrecciano sempre più spesso, in un bacino di circa 65mila abitanti dove insistono 5 Comuni nel raggio di 25 chilometri. In questo modo, creeremo sinergie e collaborazioni a livello di area che potranno aiutare a superare la crisi in atto e riportare la Valdela a essere un polo di attrazione economica e sociale”.