I DATI. Quelli raccolti nelle diverse aree della provincia, a quindici giorni dall’avvio ufficiale delle svendite, delineano un quadro statico, con volumi di vendita solo raramente in crescita, ed all’opposto con alcune aree (Montepulciano, Amiata) esposte ad una vistosa ‘crisi da shopping’. Chi ha ottenuto maggiori riscontri lo ha fatto soprattutto nei primi 4-5 giorni di saldo, con un sconto medio del 30 per cento nella maggior parte dei casi. Un ‘sussulto’ dell’effetto-saldi è atteso per i prossimi 10 giorni, con il possibile innalzamento delle percentuali di sconto. Alla luce di queste indicazioni, i consumatori sembrano aver apprezzato poco l’avvio estremamente anticipato (al 2 luglio) delle svendite, misura che parallelamente ha incontrato lo scontento di molti negozianti, i quali hanno visto abbattere in partenza le prospettive di potenziali ricavi sulla stagione.
IL COMMENTO. “Quello della data d’avvio dovrà essere necessariamente un aspetto su cui rimettere mano, in vista della prossima estate ma possibilmente anche già dal prossimo inverno – commenta il Presidente di Confesercenti Siena, Graziano Becchetti – oltre che ai commercianti, sembra chiaro che l’estremo anticipo giova poco anche ai cittadini. Dalle novità 2011 va salvato invece il criterio della data unica per tutto il territorio nazionale, che ha annullato le disparità tra negozi accadute negli anni scorsi tra territori confinanti, anche nel sud della nostra provincia. Il settore abbigliamento ha un bisogno indispensabile di una concorrenza che sia più ampia ma anche più equa, nell’interesse del consumatore. Oltre alla data unica, servono regole uniche per negozi tradizionali e outlet: non è più tollerabile l’effetto distorsivo che questi ultimi provocano nel settore, approfittando di una normativa che consente loro di esporre il doppio prezzo anche prima dei saldi”. Secondo Confesercenti, questo tipo di provvedimenti è più urgente della liberalizzazione negli orari di apertura per i negozi, paventata nei giorni scorsi dal Governo e poi non inserita nella Manovra economica: “apprezziamo il ripensamento, perché una deregulation indiscriminata avrebbe fatto solo danno. Le deroghe agli orari di apertura vanno valutate caso per caso, a seconda del contesto locale in cui si applicano. Realtà come Chiusi o Poggibonsi – conclude Becchetti – sono casi in cui l’apertura serale occasionale, nel periodo estivo, porta benefici a tutti. Ma altre realtà che potrebbero attuarla, come il comune capoluogo, al momento non lo fanno. E questo è un dato sintomatico che deve far riflettere”.
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