“La nuova normativa sul lavoro che verrà dovrà tenere nel debito conto anche le istanze e le esigenze della vasta platea di piccole e medie imprese che a tutt’oggi sostengono l’economia del paese, occupazione compresa. Aspettiamo dunque il dibattito nelle sedi deputate, già in corso”.
Così, Daniele Pracchia, direttore Confcommercio Siena, interviene su una materia che è all’ordine del giorno e che è di grande interesse per la realtà locale.
“Dare un giudizio sul testo presentato dal Ministro del Lavoro non è facile. La premessa farebbe sperare nelle migliori intenzioni del Ministro verso una modifica sostanziale dell’attuale dettato normativo – dice Pracchia – Il testo infatti comincia con questo periodo: “La riforma si propone di realizzare un mercato del lavoro dinamico, flessibile ed inclusivo, capace di contribuire alla crescita ed alla creazione di occupazione di qualità, ripristinando al contempo la coerenza tra flessibilità del lavoro e istituti assicurativi”. Si tratta di parole che sembrerebbero far intravedere un percorso di riforma indirizzato ad una modernizzazione del mercato del lavoro nel quale le esigenze delle parti in causa sono tenute nel debito conto”.
“Scorrendo poi i vari capitoli del documento emerge una realtà un po’ diversa che tende di fatto ad un superamento di buona parte della cosiddetta Legge Biagi con un irrigidimento di certi istituti contrattuali che in un periodo di forte crisi economica hanno permesso, con tutti i se e i ma del caso, di mantenere il livello complessivo di disoccupazione su medie europee – fa notare Pracchia – Con la riforma che verrà discussa al parlamento il ricorso al contratto a tempo determinato ha un costo maggiore (+1,4% del costo contributivo), il contratto a progetto viene segnato da una serie di condizioni vincolanti altrimenti si trasforma in contratto subordinato a tempo indeterminato, viene ridimensionato anche l’uso di soggetti con partita Iva all’interno dei processi produttivi aziendali, e viene limitato anche il contratto di associazione in partecipazione”
“In merito all’articolo 18 rimane immutato il campo di applicazione previsto attualmente, ovvero i soggetti che ricadono nel suo ambito di applicazione sono le aziende con più di 15 dipendenti nell’ambito comunale o 60 nell’ambito nazionale. Al di sotto dei 15 dipendenti continua ad essere applicato il regime fissato dalla Legge 604/1966. E proprio in questo contesto vanno evidenziati gli aspetti legati alle misure economiche risarcitorie per il dipendente, che le aziende difficilmente potranno sostenere.”
“A questo punto – conclude – comunque la partita è legata al dibattito in corso nella maggioranza, con il governo e all’interno delle aule parlamentari dove la riforma prenderà il suo aspetto definitivo. Come detto, sarà nostro compito seguire, tanto in ambito nazionale che locale, la discussione perché la normativa che verrà tenga nel debito conto anche le istanze e le esigenze delle piccole e medie imprese“.
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