Consiglio provinciale: il dibattito sulla Fondazione Mps

La situazione attuale della Fondazione Mps e le sue prospettive per il futuro sono stati il tema centrale del consiglio provinciale che si è svolto oggi, giovedì 7 giugno, con un ampio dibattito che ha seguito la relazione del presidente della Provincia, Simone Bezzini. La seduta si è aperta con un minuto di silenzio in ricordo delle vittime del sisma che ha colpito ripetutamente l’Emilia Romagna e con la decisione, approvata all’unanimità, di devolvere il gettone di presenza dei consiglieri provinciali per la seduta odierna e le risorse non impegnate per le celebrazioni del 2 giugno alle zone danneggiate.

 

 

 

Dibattito sulla Fondazione Mps. “Niente sarà più come prima – ha detto Angiolo Del Dottore (Udc) – e le cause di questa situazione sono molteplici e partono da molto lontano. Il problema attuale di Siena, infatti, è la conseguenza finale di un percorso distorto iniziato da tempo e di scelte scellerate che hanno reso alcuni fattori locali più incisivi della crisi mondiale. Il rinnovamento abbozzato da Ceccuzzi lo condivido, ma non è sufficiente”. “In questi anni – ha affermato Giovanni Di Stasio (Lega Nord Toscana) – la Lega Nord non ha mai strumentalizzato la situazione e abbiamo sempre messo al primo posto l’interesse e il rispetto del territorio. Chiedo al presidente Bezzini, che nella relazione ha fatto autocritica, di dimettersi, compiendo un atto di responsabilità, affinchè alle parole seguano azioni concrete. In alternativa, Bezzini chieda un cambio di rotta reale, con un rinnovamento netto dei management di Banca e Fondazione Mps”.

 

 

 

Di discontinuità ha parlato anche Niccolò Guicciardini (Pd). “Parlare di discontinuità significa guardare al futuro. C’è bisogno urgente di una coesione politica e istituzionale forte, per evitare la disgregazione del nostro tessuto sociale e per affrontare questa difficile fase socio-economica serve un forte senso di responsabilità”. “La Provincia deve tornare ad avere un ruolo centrale nell’interesse del territorio – ha aggiunto Marileno Franci (Pd) – e la Banca Mps deve riprendere il suo ruolo, con un salto di qualità che, mi auspico, venga con il lavoro del nuovo management”.

 

 

 

Il rafforzamento della centralità della Provincia è stato auspicato anche da Antonio Giudilli (Idv) “Con la situazione che si prospetta per la città di Siena nei prossimi mesi, la Provincia deve rafforzare la sua posizione come punto di riferimento per tutto il territorio. Questa fase è frutto di scelte sbagliate compiute dai vertici di Banca e Fondazione Mps, dove in questi anni la politica è entrata in maniera significativa. Adesso serve una revisione seria dello Statuto della Fondazione Mps e un’assunzione di responsabilità da parte di chi finora ha lavorato commettendo diversi errori. Alla luce di quanto è successo, infatti, i 16 Deputati della Fondazione Mps dovrebbero trarre le conseguenze e rassegnare le proprie dimissioni”. “Il mestiere di banchiere richiede le giuste professionalità – ha detto Massimo Mori (Pdl) – Il sistema Siena oggi si è rotto, ma a cosa serve fare un’analisi storica di quanto accaduto finora se non assumiamo azioni concrete? Il primo passo è quello di abbassare i toni e iniziare a ragionare, perché dalla rabbia non scaturisce nessuna soluzione. Torniamo a discutere partendo dal basso e con maggiore chiarezza”.

 

 

 

“Condivido pienamente la relazione di Bezzini, analisi lucida e piena di spunti propositivi. La partita dei veleni non porta da nessuna parte – ha aggiunto Roberto Renai (Sel) – e non dobbiamo dimenticare che non rappresentiamo noi stessi ma le nostre forze politiche su questo territorio. La richiesta di cambiamento oggi arriva dal basso, dai cittadini, ma serve maggiore autocritica da parte di tutti, non solo da Comune e Provincia di Siena. Dobbiamo aprire la discussione alla società, per strutturare una riflessione organica verso il futuro, e la politica deve tornare a decidere, per aprire una nuova fase, che sarà dolorosa, ma che è necessaria per far ripartire il nostro territorio. Esprimo la mia solidarietà a Franco Ceccuzzi, alla sua giunta e alla città di Siena. La Provincia adesso è chiamata a guidare il traghettamento dentro la stagione del commissariamento. Ce lo chiede il territorio, determinando l’atteso e auspicato rinnovamento, su cui chiediamo a tutti di mettersi a disposizione, a partire dalla Fondazione Mps e dal suo presidente, Gabriello Mancini”.

 

 

 

“Riconosco al presidente Bezzini – ha detto Francesco Michelotti (Pdl) – di aver fatto autocritica con senso di responsabilità, ma oggi occorre un’analisi seria, che tenga conto degli errori commessi in passato. La discontinuità deve coinvolgere coloro che fino a oggi hanno amministrato questo territorio con colpe e responsabilità molto gravi. Quello di Siena è un caso unico, con le nomine della Fondazione da parte di Comune e Provincia con 13 su 16 membri. Serve un minore accentramento nelle nomine, con uno statuto rinnovato e meno asservito a logiche personali e politiche”. “Discontinuità grottesca se chiesta da Ceccuzzi – ha detto Lorenzo Rosso (Pdl) – Autocritica di Bezzini giunge in un momento in cui si chiede chiarezza e, pertanto, chiedo ufficialmente le sue dimissioni, con un atto di chiarezza e di trasparenza verso tutta la provincia. I fatti ora hanno una cornice chiara di responsabilità per gli errori commessi negli ultimi anni”. Difficoltà estrema e mancanza di prospettive sono state, invece, al centro dell’intervento di Donatella Santinelli (Pdl) che ha sottolineato come “la gravissima situazione di tutte le istituzioni senesi richiede estrema attenzione e progetti concreti. Oggi in consiglio si è vista la mancanza di una proposta adeguata e di prospettive future, di fronte solo a tanto parlarsi addosso. I senesi, invece, vogliono concretezza e proposte serie”.

 

 

 

“Qualcosa nel sistema Siena non ha funzionato – ha affermato Antonio Falcone (Rifondazione – Comunisti Italiani) – e le dimissioni del sindaco Ceccuzzi per la mancata approvazione del bilancio legata alla situazione finanziaria della Fondazione Mps e non al progetto politico di servizi per la città sono un fatto negativo. Il mondo non finisce in Piazza del Campo. Siena ha bisogno degli altri Comuni e la Provincia deve assumere forza, in un contesto che vede un Parlamento ‘commissariato’, dove il potere legislativo è sopraffatto dai tecnici del sistema finanziario”. “Le competenze del consiglio – ha detto Marco Andreassi (Pdl) – sono sulla Fondazione Mps e non sulla Banca, suo organo tecnico. Il presidente Bezzini ha constatato e ammesso i propri errori e ha proposto di ridisegnare e diminuire la programmazione di spesa sui fondi della Fondazione Mps, non andando, però, a proporre alternative credibili. Alla luce di quanto detto, è lui che deve trarre le proprie conclusioni proponendo passaggi propositivi. Questo compito non spetta alle opposizioni”.

 

 

 

Odg incidentale Pd, Sel e Idv. Il consiglio ha approvato un ordine del giorno presentato da Pd, Sel e Idv che ha visto il voto favorevole dei gruppi consiliari proponenti e dell’Udc, con l’astensione dei consiglieri Riccardo Burresi e Raffaella Senesi, e il voto contrario di Rifondazione-Comunisti Italiani, Lega Nord e Pdl e il non voto del consigliere Francesco Michelotti (Pdl). “Il consiglio provinciale – si legge nel testo – chiede alla giunta di elaborare e portare alla discussione del consiglio provinciale un nuovo documento di indirizzo per la Fondazione Mps, attraverso il quale affrontare la nuova fase, nella consapevolezza che occorra un impegno comune e straordinario per tutelare il patrimonio della Fondazione Mps e svolgere adeguatamente il ruolo di azionista di riferimento della Banca, impegnata nel difficile lavoro per recuperare efficienza, redditività, stabilità patrimoniale e salvaguardare l’occupazione”.

 

 

 

“L’ordine del giorno – ha detto Marco Nasorri (Pd) – accoglie concetti presenti nella relazione di Bezzini, che il nostro testo condivide e approva, e chiede una discussione per dare nuovi indirizzi alla Fondazione Mps, compiendo un salto in avanti che è una sfida per tutti per dare un futuro al nostro territorio. L’ordine del giorno tiene conto anche delle fasi che si svilupperanno nella rinegoziazione del debito nei confronti delle banche creditrici, della richiesta da parte dell’Eba di operare l’eventuale ricapitalizzazione patrimoniale delle banche e della presentazione dell’aggiornamento del Piano industriale della Banca Mps”.

 

 

 

“Serve più prudenza nelle nostre esternazioni – ha detto Raffaella Senesi (Pd) – e l’astensione nasce dalla condivisione delle motivazioni del presidente della Fondazione Mps Gabrielllo Mancini, che ha indicato come incauta la scelta di un presidente per la Banca Mps indagato per reati legati alla sua attività di banchiere. Motivazioni che ritengo necessarie da parte di chi detiene la maggioranza delle azioni di una società, specialmente di una banca. Nel nuovo documento dovremo delineare cosa deve fare la Fondazione e valutare se abbia o meno ottemperato alle indicazioni ricevute in precedenza, ma è necessario un percorso nel rispetto delle autonomie e dei ruoli diversi, facendo quadrato attorno alla città e alla sua provincia con nuove strategie, più consoni alle sfide che abbiamo di fronte, anche con eventuali modifiche statutarie che si rendessero necessarie”.

 

 

 

Respinto, dal consiglio provinciale, con il voto favorevole di Pdl, Lega e Udc e il voto contrario di Pd, Sel, Idv e Rifondazione-Comunisti Italiani, una mozione incidentale presentata dai consiglieri Francesco Michelotti, Fabrizio Camastra e Massimo Mori (Pdl) che chiedeva al presidente della Provincia un impegno per la modifica dello Statuto della Fondazione Mps.

 

 

 

I trasferimenti previsti dalla Fondazione Mps alla Provincia di Siena, poi, sono stati al centro di un’interrogazione presentata dal consigliere Giovanni Di Stasio (Lega Nord Toscana), alla quale ha risposto il presidente Simone Bezzini. La Fondazione Mps è stata anche oggetto di una mozione presentata dal consigliere Giovanni Di Stasio (Lega Nord Toscana) che chiedeva al presidente della Provincia di chiedere ai propri nominati di rendere pubblici i compensi in nome della trasparenza amministrativa e di effettuare nomine su base meritocratica. La mozione è stata emendata su proposta di Antonio Falcone (Rifondazione-Comunisti Italiani) che ha chiesto le dimissioni dei membri della Deputazione amministratrice. La mozione, con l’emendamento, è stata respinta con voto favorevole di Lega Nord, Udc e Rifondazione-Comunisti Italiani, il voto contrario di Pd e Sel e l’astensione di Pdl e Idv.

 

 

 

Respinta – con il voto favorevole del Pdl, i voti contrari di Pd, Sel, Idv e Rifondazione-Comunisti Italiani e l’astensione della Lega Nord – la mozione incidentale presentata dal gruppo consiliare Pdl che dava mandato al presidente della Provincia “di porre in essere tutte le iniziative che concorrano a realizzare indirizzi tesi a mantenere il legame fra Banca e comunità senese attraverso l’azione della Fondazione Mps, perno dello sviluppo futuro del nostro territorio”. La mozione chiedeva “attenzione anche su meriti e competenze in tutti coloro che saranno scelti e chiamati a ricoprire ruoli di responsabilità, in un’ottica della necessaria discontinuità”.