In casa Costone è iniziato il conto alla rovescia in vista di una partita storica che la società senese nella sua lunga storia non ha mai affrontato. Si perché delle tante promozioni ottenute nessuna è maturata con i play-off. Questa volta invece l’ambiente gialloverde è chiamato a una sfida importante; lo sanno benissimo i ragazzi di Marco Collini che con carattere battagliero sono andati a strappare sul campo di Monsummano una promozione che sembrava già confezionata per i termali. Invece no: Gambelli e compagni non sono stati disponibili a gettare nel cassonetto una stagione dominata nella regular season, non sono stati disponibili a infrangere un sogno che invece, dopo l’impresa in terra pistoiese, prosegue il suo corso; inoltre non hanno voluto deludere, non solo se stessi, ma tutti i tifosi di fede cotoniana. Che mercoledì sera al PalaMeriden hanno incitato la propria squadra fino all’ultimo respiro, con il cuore in gola, senza più un filo di voce. Alla fine è scoppiata la gioia anche della presidente Patrizia Morbidi che andando a salutare e ringraziare i giocatori all’interno dello spogliatoio, si è fatta tradire da una velata commozione. Ma è stata lei stessa per prima a ricordare a tutti che non era finita, che domenica ci sarebbe stata la partita della verità. Quindi euforia subito controllata, al fine di mantenere concentrato un gruppo che adesso è veramente chiamato a dimostrare all’intera Città, e non solo, tutta la propria integrità psico-fisica. Contro Monsummano, in gara-3, oltre che una sfida di basket all’ultimo canestro, sarà anche e soprattutto una sfida di nervi. Le tensioni agonistiche non mancheranno, come non sono mancate durante la gara di ritorno, con i locali che hanno mal digerito l’amaro epilogo; come non comprenderli. Sembrava già fatta, invece… Tra i pistoiesi infatti erano in molti a pensare ad una gita domenicale al mare, invece il team bianco-blu guidato dal tecnico Baldini, dovrà tornare a Siena per la finalissima del girone E della DNC. Una finalissima dal sapore intenso, come sono state intense le due sfide fino a questo momento maturate. Ora però non ci saranno altri appelli: o in paradiso o all’inferno. Per centrare il primo obiettivo quindi serviranno le ali: crederci soprattutto, perché la fede muove il mondo, figuriamoci un pallone a spicchi.