E’ la seconda vittoria del Masgalano per la coppia nicchiaiola composta da Federico Lenzi e Andrea Vannini, alfieri entrati in Piazza per il Palio dell’Assunta. Da questa annata paliesca la contrada dei Pispini si attendeva la vittoria di un Palio che manca ormai dal 1998, ma la fortuna non ha aiutato, con il Nicchio di rincorsa a luglio e in alta posizione ai canapi per l’Assunta. “Quella del Masgalano è comunque una soddisfazione per la contrada”, spiega Federico Lenzi.
Lenzi, quali emozioni ha provato alla notizia della vittoria del Masgalano?
“E’ stata una grande emozione, è una grande gioia che premia l’impegno che tutti quanti hanno messo in mesi di allenamento. Siamo felici di aver dato questa piccola soddisfazione alla contrada”.
Quanto è stato lungo e duro l’allenamento?
“Quasi tutti i giorni per un paio di ore noi e la coppia entrata in Piazza a luglio ci siamo allenati a partire dalla primavera con l’obiettivo di migliorarci ricercando una perfezione che è comunque impossibile da raggiungere. Per me e Andrea è il secondo Masgalano dopo quello vinto nel 2009: il mio pensiero va a chi questo premio lo vince per la prima volta e a tutti quelli che hanno lavorato e si sono impegnati a fondo affinché tutto questo potesse avvenire”.
Si aspettava di vincere il Masgalano?
“Il Masgalano è un premio strano perché è vero che viene assegnato a chi fa bene, ma è altrettanto vero che in passato ci sono degli esempi di alfieri e tamburini bravissimi che non sono arrivati a questo riconoscimento mentre sicuramente se lo sarebbero meritato. Noi sapevamo di esserci comportati bene, ma credo che almeno un altro paio di contrade potevano ambire al Masgalano: se l’avessero vinto non avrebbero rubato niente”.
Quali emozioni si provano nell’entrare in Piazza per rappresentare la propria contrada?
“Per me è stata la quarta volta. Credo che la prima sia la più semplice, forse perché non sai a cosa vai incontro. Poi si fa sempre più difficile, ci tieni sempre di più e la tensione sale perché vuoi comportarti bene. Ma a dire il vero non appena metti il piede sul tufo la concentrazione è al massimo e non pensi più a nient’altro”.
Qual è la sua storia da alfiere?
“In realtà da bambino ero nato tamburino, poi conobbi la bandiera ed è stato amore a prima vista. Da allora è per me un impegno fisso che ha portato il sottoscritto ma ovviamente anche tutti gli altri alfieri della contrada a fare tanti miglioramenti”.
Come è stata accolta la notizia in contrada?
“Naturalmente tutti ci hanno fatto i complimenti. E’ un riconoscimento che testimonia come in contrada ci siano persone che vivono tutto l’anno e si danno da fare e si impegnano. Il Masgalano è qualcosa che arricchisce la contrada ed il suo museo. E’ qualcosa che rimane per sempre e sono contento di aver potuto lasciare una traccia attraverso l’impegno ed il lavoro. Naturalmente per vincerlo ci vuole anche molta fortuna. E per vincere qualcos’altro ce ne vuole ancora tanta di più, di fortuna”.
Gennaro Groppa
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