Fotogallery – A Chiusi, primo torneo di “Streetball Decathlon”

“A New York, se sei un giocatore NBA (o professionista del basket), e non sei stato battezzatosu un  campo di Streetball, non sei considerato un vero giocatore.”

E’ ispirandosi a  questa teoria che la società chiusina di basket, la Motoriamente Basket Chiusi, ha promosso domenica 17 giugno, in un pomeriggio di una calda giornata estiva, la prima edizione dello “Streetball Decathlon”.

A incontrarsi e confrontarsi, una quarantina di atleti appartenenti a diverse fasce d’età comprese tra i 15 e i 50 anni e provenienti da vari paesi e società della zona, come Città della Pieve, Sinalunga, Passignano, Asciano, Chiusi.

Lo Streetball si gioca su un campo per la pallacanestro all’aperto e la sua origine è, ovviamente, americana. Nella patria del basket, e in particolare nei quartieri poveri,  i ragazzi che non avevano la possibilità di entrare in una squadra infatti, si riunivano per giocare nei numerosi campetti sparsi nelle città. Lo Streetball si pratica su una sola metà campo e negli Usa è diffuso anche l’uno contro uno o “one to one”. Esistono famose manifestazioni sovvenzionate anche da importanti sponsor.

A Chiusi, la Motoriamente Basket, ha riprodotto all’esterno del Palazzetto di Chiusi Scalo una situazione analoga, con campetti di basket con due canestri su una sola metà campo e con le rispettive aree segnate per due partite diverse. Le squadre, come da versione europea, erano composte di tre/quattro giocatori (tre in campo e una riserva).

Da regolamento il possesso palla iniziale si decide a sorte e chi segna continua ad amministrarlo. Non vengono attribuiti tiri liberi per falli subiti in azione di  tiro e non si computa il numero di falli individuali, ma solo quello di squadra (nel nostro caso 1 punto alla squadra ogni 5 falli subiti). Dopo una  palla recuperata su attacco della squadra avversaria occorre ripartire da fuori l’area  del tiro da tre (a metri 6,75 dal canestro) per far ripartire l’azione d’attacco della propria squadra.

Negli Stati Uniti esistono anche, giocatori, come Rafer Alston, che prima giocava in un importante circuito di  Streetball “Tomnplayground” e oggi gioca nella National Basketball Association (NBA) con i New Jersey Nets. A Chiusi il livello non è stato così elevato ma si sono visti, oltre a gesti tecnici interessanti, episodi di fair play e sano spirito sportivo che fanno bene al movimento sportivo in genere.

Tutti i giocatori hanno ricevuto in regalo una maglietta, un cappellino e un portacellulare da collo. Poi coppe per le prime quattro squadre classificate e per le prime tre un prosecco da bere in compagnia.Questa è stata la prima edizione dello “Streetball Decathlon” ma di sicuro non l’ultima.