Il cielo sopra Chiusi è bianco/verde, i Ruzzi sono terminati e ad alzare la Conca al cielo ci sono solo i ragazzi del Granocchiaio. In finale quasi come un epico duello si sono ritrovate le due contrade più forti da una parte i campioni in carica della Fornace e dall’altra i “vecchi” leoni del Granocchiaio ancora affamati di vittorie quasi come fosse la prima ed invece il palmares bianco verde ne segna già altre 17. E proprio come un leone non lascia scampo alla preda anche la finale allo stadio Comunale di Chiusi è stato un assolo della contrada bianco verde, una partita di quelle che non lascia spazio a polemiche; Marco Gobbini, Davide Forzoni e Alessandro Bittoni, il trio messo in campo dal mister Massimo Marchettini, ha imposto, infatti, un ritmo troppo elevato anche per i campioni in carica della Fornace che nonostante un ottimo Papi (per due anni consecutivi miglior giocatore) gli intramontabili fratelli Scattoni ed un sorprendente Marco Leandri (alla prima finale in carriera da titolare) poco ha potuto e a dimostrarlo c’è anche il risultato del tabellone che alla fine ha segnato un inesorabile 16 a 5 finale.
A fare da cornice alle ultime gare di palla al bracciale uno stadio gremito in ogni ordine di posto da migliaia di persone che non hanno lesinato cori, tifo ed applausi a scena aperta ai gladiatori in campo sia nella finale che nelle partite eliminatorie a conferma dell’alto livello di gioco espresso da ogni contrada di Chiusi.
“Faccio i miei complimenti alla contrada del Granocchiaio –dichiara il sindaco Stefano Scaramelli – i ragazzi hanno mostrato un gioco esaltante fatto di forza, tecnica e passione. Complimenti però anche a tutte le altre contrade la Fornace in primis che si è arresa solo in finale dopo aver disputato un torneo all’altezza del titolo di campioni da difendere. Sono molto soddisfatto anche per le tante persone che sono accorse a vedere dal vivo la nostra palla al bracciale, sicuramente tanti chiusini, ma anche tanto pubblico da fuori e dimostrazione che la nostra manifestazione cresce ogni anno di più. Sono rimasto anche molto coinvolto dalla sfilata storica organizzata dalle contrade perchè molto bella e suggestiva, il bilancio dunque dell’edizione 2013 dei Ruzzi non può che essere positivo.”
Il Granocchiaio è dunque la contrada più forte del 2013, ma bene hanno fatto anche tutte le altre, la Fornace si è arresa solo alla fine dopo aver sconfitto partita dopo partita tutte le altre; il Mar Nero, la nonna delle contrade in quanto a corto di Conche dal 1981, ha conquistato una grande semifinale; mentre un po’ di rammarico forse potrebbe esserci in casa verde/arancio delle Biffe uscite alla prima partita dopo aver dimostrato un grande stato di forma la domenica precedente. Se, dunque, com’è normale la palla al bracciale l’ha fatta da padrona nella giornata conclusiva spettacolare e suggestiva è stata anche la sfilata che ha anticipato le partite. Il lungo corteo si è snodato dalle vie centrali della stazione per raggiungere il campo sportivo mettendo in scena spaccati della vita di circa cento anni fa. La sfilata storica ispirata agli anni ’20 ha portato infatti per le vie di Chiusi un’enorme locomotiva a vapore, carrozze trainate da cavalli e buoi, contadini e contadine tutti rigorosamente con vestiti dell’epoca. Altrettanto emozionante è stato lo spettacolo offerto dal gruppo sbandieratori e tamburini che con giochi di bandiera e tamburo ha intrattenuto il pubblico ed anticipato la finalissima.
Sui Ruzzi della Conca di Chiusi cala dunque il sipario ed è un sipario bianco/verde, per la cittadina etrusca le ultime due settimane sono state molto intense e per alcuni hanno portato lacrime di gioia mentre per altri lacrime amare, ma per tutti c’è la consapevolezza che il fuoco della passione non si spegnerà e tra un anno esatto ci sarà ancora la possibilità di sentire il cuore battere forte nel petto, di sognare ad occhi aperti e magari chissà realizzare il sogno ed alzare la Conca al cielo.