“Il percorso di rinnovamento, avviato nei mesi scorsi, deve proseguire anche per quanto riguarda il rapporto tra Fondazione Mps e territorio. Un rapporto secolare che dovrà essere reinterpretato, in chiave nuova, anche all’interno della revisione dello statuto della Fondazione, passaggio fondamentale per le ricadute che avrà sul futuro del nostro territorio. Mi auguro che, vista l’importanza della questione, la Fondazione Mps scelga la strada della massima trasparenza e partecipazione della comunità, a partire dai Comuni, dalla città e della Provincia”. Con queste parole il segretario provinciale Pd Siena, Niccolò Guicciardini interviene all’indomani del consiglio provinciale che si è svolto ieri su Fondazione Mps e Banca Mps.
Chiarezza su Mps e strumentalizzazioni che danneggiano ulteriormente l’immagine della Banca. “Per quanto riguarda le vicende di Banca Mps – continua Guicciardini – il nostro auspicio è che venga fatta chiarezza sulle vicende e sulle responsabilità, anche al fine di permettere a tutti i soggetti coinvolti di procedere a intraprendere tutte le azioni possibili a tutela della Banca, della Fondazione e della città. Chi ha sbagliato deve pagare. Per quanto riguarda invece tutti coloro che, da settimane, stanno strumentalizzando la vicenda Mps nella speranza di un riscontro elettorale, voglio dire che stanno danneggiando ulteriormente la Mps e la sua immagine. In queste settimane, la Banca ha dimostrato di poter contare su dipendenti straordinari che si sono stretti intorno all’azienda per dimostrarne la solidità e la credibilità tra la clientela. Con caparbietà e professionalità, intanto, il nuovo management ha lavorato, senza sosta, per tranquillizzare i mercati, la clientela e gli azionisti. La situazione oggi per Mps è difficile, ma se circa un anno fa non si fosse avviato quel percorso di rinnovamento, oggi non avremmo potuto contare su una ritrovata credibilità della Banca e su azioni forti di cambiamento. Ho apprezzato le parole del presidente Bezzini quando, parlando del piano industriale, si è auspicato che si riesca a trovare una sintesi tra l’esigenza di redditività dell’azienda e la sostenibilità sociale degli interventi che stanno generando sofferenze e preoccupazioni. In tal senso sarebbe importante che il confronto tra management e sindacati prosegua, comprendendo anche le organizzazioni che non hanno sottoscritto l’accordo e dando più spazio all’ascolto e alla valutazione delle proposte fatte dai sindacati”.
“Il Pd – dice Guicciardini – già nel giugno 2012 in Consiglio Provinciale, aveva fatto chiare affermazioni in cui, in tempi ancora non sospetti, faceva una seria e costruttiva autocritica, proponendo di allargare a tutte le istituzioni quel percorso di rinnovamento, appena iniziato dentro Banca Mps. Il Pd non si è mai sottratto a domande e critiche neanche nelle ultime settimane. Siamo infatti convinti che le responsabilità politiche ci siano, ma non abbiano niente a che fare con le responsabilità gestionali di chi aveva il dovere di guidare e tutelare la Banca, nell’interesse primo della sua storia, dei suoi dipendenti e della comunità nella quale è nata. Io e tutto il gruppo dirigente del Pd ci abbiamo messo la faccia in queste settimane, anche se siamo nuovi e non abbiamo vissuto direttamente il passato, perché non abbiamo niente da nascondere e lo abbiamo fatto di fronte all’opinione pubblica e di fronte ai nostri iscritti, organizzando in quattro giorni trentasei assemblee in tutta la provincia per confrontarci a viso aperto. Mentre invece persone che nel passato, anche nel centrosinistra, hanno ricoperto ruoli di responsabilità diretta, oggi non solo non fanno autocritica, ma cercano di attaccare da fuori o con ambiguità il Pd”.
“Il percorso di rinnovamento non può fermarsi – conclude Guicciardini – ed è per questo che abbiamo chiesto al presidente della Provincia, Simone Bezzini, di seguire con attenzione la vicenda della Fondazione Mps, promuovendo un confronto che possa portare a una revisione dello statuto, in modo da ridefinire il legame tra territorio, Banca e Fondazione, riconoscendo comunque un ruolo specifico per gli enti locali e dando spazio a tre priorità: l’innalzamento dei requisiti di competenza e professionalità, l’elaborazione di procedure più trasparenti per la scelta dei nominati e un rinnovamento vero. È inoltre da rimarcare con forza un meccanismo che eviti che al giusto e virtuoso rapporto con un territorio e le sue rappresentanze sociali ed istituzionali si sostituisca la rappresentazione di vecchi correntismi, rendite di posizione o di chi ha tutt’oggi in testa l’idea che possa cambiare tutto per non cambiare nulla ”.