Ieri pomeriggio il Magistrato delle Contrade Fabio Pacciani, alla presenza dell’assessore alla sanità e sociale Anna Ferretti e di alcuni dirigenti contradaioli ha consegnato all modulo Hospice all’interno dell’Ospedale di Comunità sito in Campansi 17 formelle raffiguranti le Contrade di Siena.
Manufatti di qualità che porteranno un pezzetto di Contrada vicino ai degenti di questa struttura. Un segno di affettuosa vicinanza con il quale le Contrade, ancora una volta, dimostrano il valore della loro unicità.
<<l’Hospice è un servizio che funziona bene – ha commentato l’assessore Ferretti – grazie soprattutto alla professionalità e sensibilità del personale che vi opera. L’USL, ha molto investito in qualificazione del personale e l’associazione di volontariato Quavio lo sostiene in modo tangibile, anche con l’apporto di professionisti>>. <<Adesso – ha proseguito – va potenziato, soprattutto con la presenza costante di un medico palliativista. Recentemente ho avuto un incontro con l’Ordine dei medici e si sono resi disponibili a mettere l’argomento all’ordine del giorno dei loro lavori. Dopo andrà individuata una sede migliore, perché anche il confort ambientale è importante>>.
La coordinatrice infermieristica, Simona Codevilla, ha fatto un appello accorato alle Contrade, perché, come più volte ha evidenziato: <<Abbiamo bisogno di volontari per i momenti socializzazione, così importanti per la specificità dei nostri pazienti>>. L’Hospice sempre più come luogo di vita, come ha ribadito anche la presidente di Quavio Vanna Galli. Un percorso che necessita, sicuramente, un diverso approccio. Un processo culturale che porti ad avvalorare l’importanza di cure palliative con le quali allontanare il dolore e sostenere le persone e le famiglie che vivono questi momenti di forte difficoltà, perché compito degli Hospice è proprio sconfiggere la sofferenza, come sancito dalla L.38 del 2010.
A strutture come queste, con posti letto in base alla popolazione, vi si accede con la richiesta del medico di famiglia. Una pausa dal dolore, quello fisico dei ricoverati, ma anche dei famigliari che nei giorni del ricovero dei loro cari, oltre ad avere il sostegno della psicologa impegnata all’interno dell’Hospice, possono recuperare le forze per continuare, poi, in famiglia ad assisterli.
Tante, infatti, le testimonianze di affetto e i ringraziamenti, lasciati a memoria nel Libro d’Onore all’ingresso. Tutti meritati, viste le professionalità e la grande tenerezza del personale che ogni giorno si ritrova a condividere e assistere il tempo dei degenti.
Adesso è la città a essere chiamata, in un impegno corale con l’amministrazione, la USL e l’Ordine dei medici, a dare il suo contributo anche con un’ora di tempo da dedicare, volontariamente, a chi ne ha bisogno.