David Rossi, fondatore del nostro quotidiano on line di cui vogliamo mantenere sempre vivo il ricordo.
La regola
di Totò
Nel suo libro Vieni via con me, Roberto
Saviano mette la Mozzarella di bufala al
primo posto tra i dieci motivi per cui vale la
pena di vivere. Non so se ha esagerato, ma si
è comunque guadagnato una fornitura a vita
da parte del relativo consorzio, che lo
ringrazia per la pubblicità gratuita. A dirla tutta,
il primo a consegnare la specialità campana al ricordo indelebile del
grande pubblico fu Totò, negli anni in cui tutti andavano al cinema.
Ma anche i più giovani avranno visto e rivisto, se non sul grande
schermo almeno in tv, quel capolavoro di Miseria e nobiltà, film
del 1954 diretto da Mario Mattoli, tratto dall’opera teatrale di fine
Ottocento firmata da Eduardo Scarpetta. Il dialogo tra Felice
Sciosciammocca (Totò), squattrinato popolano di Napoli, che vive
alla giornata facendo lo scrivano e l’amico Pasquale, fotografo
ambulante, è un inno alla gastronomia. Sembra, è vero, la parodia
dell’affamato cronico, ma va colta la capacità di scegliere
comunque bene i prodotti: o “a denominazione di origine” oppure
niente. È un frammento cinematografico da riprendere oggi come
pubblicità sull’alimentazione mediterranea o sulla qualità dei cibi
senza imitazioni e manipolazioni. Ogni cosa deve essere quella, non
va bene il surrogato. In tal caso meglio desistere. Una vera e
propria lezione di enogastronomia, tanto più apprezzabile perché il
colloquio avviene fra due poveracci che non mangiano da giorni.
“Ah. E le uova come ce le facciamo”, domanda Pasquale, “così,
senza niente? Una Mozzarella! Felì, le uova vanno fatte con la
Mozzarella. Tu chiedi mezzo chilo di Mozzarella d’Aversa,
freschissima, assicurati che sia buona”, prosegue rivolto a Totò. “Tu
prendi la Mozzarella tra due dita”, spiega Pasquale, “così, premi la
Mozzarella, e se cola il latte, la prendi, se no, desisti”. “Desisto!”,
risponde con decisione Felice, dopo aver ascoltato attentamente
tutte le indicazioni dell’esperto su come trovare gli ingredienti per un
pranzo come si deve, vino compreso. Comprare la Mozzarella al
negozio di alimentari o al supermarket è troppo comodo. Meglio
sperimentare il piacere del gastronauta alla ricerca del top.
Provare per credere al Caseificio Vannulo, 200 ettari di azienda
agricola biologica e 500 bufale al pascolo nei pressi di Salerno,
nella piana del Sele. Le Mozzarelle si acquistano solo all’interno
della tenuta. In questo modo l’azienda evita il rischio di
un’eccessiva industrializzazione a danno della qualità. O si fa così,
oppure è meglio desistere.
David Rossi
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