Tali errori saranno corretti in occasione dell’approvazione del progetto di bilancio individuale e consolidato della banca al 31 dicembre 2012 in applicazione dei vigenti principi contabili ed in considerazione di eventuali orientamenti espressi dalle Autorità di Vigilanza[2].
Si segnala che le complesse analisi poste in essere dalla Banca in relazione alle Operazioni hanno fatto seguito, in prima battuta, al ritrovamento, nel corso del mese di ottobre 2012, di un accordo relativo all’operazione “Alexandria” (il “Mandate Agreement”), dal quale emerge il legame tra la ristrutturazione del titolo Alexandria avvenuta nel 2009 e il valore finanziario per Nomura delle operazioni eseguite nello stesso frangente (due repurchase transactions). Le analisi intraprese in relazione ad “Alexandria” sono state estese all’operazione “Santorini” a fronte delle analogie strutturali riscontrate con “Alexandria”.
La Banca ha, inoltre, analizzato l’operazione “Nota Italia”, che non presenta alcuna similitudine, sotto un profilo strutturale, con le altre due operazioni sopra menzionate; ciò è avvenuto nel contesto di una revisione del portafoglio finanza che ha riguardato anche altre operazioni (fra le quali ”Patagonia”), rispetto alle quali peraltro non sono stati rilevati profili analoghi a quelli sopra evidenziati.
Pur essendo il Consiglio giunto alla medesima conclusione riguardo a tutte e tre le Operazioni, l’identificazione degli errori risiede su ragioni e presupposti differenti.
In relazione ad ”Alexandria” e ”Santorini”, gli errori individuato individuati ammontano, alla data di insorgenza, rispettivamente ad Euro 308 milioni ed Euro 429 milioni, e riguardano la rilevazione iniziale del fair value delle passività assunte nel contesto delle suddette due operazioni.
In relazione a “Nota Italia”, l’errore individuato, che alla data di insorgenza era di ammontare trascurabile, è invece riconducibile ad una imprecisa comprensione delle caratteristiche contrattuali dello strumento finanziario e, in particolare, della sua componente derivativa, che ha comportato l’applicazione di una non corretta metodologia di determinazione del fair value del medesimo. Si segnala inoltre che, in data 23 gennaio 2013, la Banca ha provveduto a ristrutturare l’operazione “Nota Italia” eliminando la componente derivativa legata al rischio sovrano della Repubblica italiana a fronte di un corrispettivo in denaro pari a Euro 139 milioni[3]. Tale ristrutturazione, cogliendo le opportunità offerte da un andamento favorevole del mercato, ha determinato un netto miglioramento del profilo di rischio legato all’operazione, in virtù dell’eliminazione della relativa componente di volatilità.
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