Il discorso del sindaco Valentini alla presentazione del drappellone

Onorandi priori, capitani, autorità, contradaioli carissimi,

 

siamo giunti al solenne gesto con cui stasera sveliamo il drappellone di Claudia Nerozzi, giovane artista senese, contradaiola e innamorata di cavalli, soggetto prediletto nella sua vita e nelle sue opere. In questo drappellone, una sorta di “Palio nel Palio”, il gioco della rappresentazione della realtà quasi come un “trompe l’oeil” rimanda all’idea che l’unione più profonda fra la città e la sua Festa passi attraverso l’amore infinito di Siena nei confronti del cavallo.

 

 

La precisione anatomica, l’aspetto quasi “ritrattistico”, con cui l’artista ha dipinto questi veri protagonisti della Festa, perfino nell’impronta degli zoccoli sul tufo riprodotto nel retro del drappellone, testimoniano l’autenticità non riproducibile del Palio: qui si amano i cavalli più che in ogni altro luogo del pianeta, si rispettano, si controllano con attenzione amorevole e competente, si tutelano, si curano quando non sono più in grado di correre, seguendo con accuratezza il loro stato di salute, persino il loro stato d’animo.

 

 

Claudia Nerozzi ha trasferito sulla seta queste sensazioni, sotto lo sguardo concreto di una Madonna dal volto di donna solida, che sembra volerci ricordare che la Festa, da secoli si svolge nel suo nome.

 

 

Siena oggi ci appare come l’immagine sacra della Madonna di Provenzano, oltraggiata da azioni ed intenzioni che non fanno parte della sua cultura, e che non le sono mai appartenute. E Siena, oggi come allora, reagisce con la sua storia, con il suo orgoglio, con la sua Festa, proprio come quando, per commemorare il miracolo fatto dalla Vergine contro quell’offesa prepotente, i senesi iniziarono a celebrare l’anniversario del 2 luglio.

 

 

Mai come in occasione di questa carriera di Provenzano le parole del Te Deum, scritte nell’eternità in questo Drappellone, risuonano fra le nostre contrade: un popolo intero si rivolge verso l’altare e intona il Maria Mater Gratiae: è un momento intenso ed estremamente significativo della vita contradaiola.

Tu nos ab hoste protege et in mortis hora suscipe”, ovvero “facci risorgere”.

 

Il mondo ci guarda, a volte senza il rispetto che Siena esige: abbiamo la grande responsabilità, a partire da questo Palazzo, di far cambiare idea a chi negli ultimi mesi,ha dipinto Siena come la città che non è mai stata. Siena rivendica con fierezza la sua appartenenza ai valori di rettitudine, di coerenza, di impegno civile, di libertà di opinione, di capacità e competenza, e soprattutto di verità e trasparenza. Le Contrade ed il Palio possono essere il migliore ambasciatore presso l’opinione pubblica internazionale: Siena era un mito ed un mito tornerà.

 

Io sono certo che il mio impegno sarà accompagnato costantemente dal rigore e dall’entusiasmo che vivo oggi, e conto di mantenere la stessa determinazione di mio padre, quando accettò di fare il mossiere in sostituzione del designato ufficiale, ritiratosi per timore dell’animosità fra i canapi. E lo fece bene. Ogni giorno conserverò integra la determinazione per affrontare la sfida che mi avete affidato, per riportare Siena al rango che merita, che tutti voi meritate, con il vostro lavoro, il vostro impegno in contrada, la vostra onestà, la vostra passione.

 

Grande forza e significato assume per gli stessi motivi oggi questo Masgalano, offerto dal Comitato Permanente degli Economi: è un omaggio all’impegno costante, all’ingegnosità e alla capacità di queste straordinarie figure.

Laura Brocchi, fedele alla tradizione di una bottega artigiana che appartiene alla sua famiglia fin dal 1815, ha voluto utilizzare l’antica tecnica del rame argentato, in uso fino al ‘700. I chiari simboli disegnati, ci raccontano il lavoro quotidiano, faticoso, silenzioso e insostituibile degli economi: la scala su cui si arrampicano senza sosta per montare i braccialetti; i braccialetti stessi, simbolo luminoso di festa; la chiave, immagine del prezioso ruolo di custode della contrada, l’ago, da cui passa il paziente lavoro che ricama le bandiere e rammenda le monture, consentendo la conservazione di un patrimonio irripetibile.

 

Le dita attente che hanno dipinto questo Drappellone, che hanno creato questo Masgalano, sono le nostre, sono le mani di Siena e dei suoi figli, che con la determinazione di un popolo straordinario, con la gioia dei colori delle nostre contrade, con l’orgoglio di appartenere ad una storia unica, vogliono riportare la nostra città alla dimensione della leggenda cui da sempre, e a pieno titolo, appartiene. Nei secoli in eterno.

Siena, Cortile del Podestà di Palazzo Pubblico, 26 giugno 2013