Dopo 16 anni d’attività e oltre 100.000 spettatori dal 1995 ad oggi (solo per citare un numero), il Teatro Verdi di Poggibonsi avrà ancora qualche mese di vita e ad aprile 2012 chiuderà i battenti. Ma un comitato di sostenitori si sta muovendo per salvarlo e per salvare le sue attività. Anche attraverso una raccolta di firme che è stata consegnata all’amministrazione comunale.
“Il Comune di Poggibonsi – spiega il Comitato Pro Teatro Verdi – a causa della crisi e dei forti tagli agli enti locali ha deciso di non pagare più l’affitto della struttura ai proprietari del teatro”.
Per questo l’Associazione Timbre che si occupa della struttura e delle iniziative che vi si svolgono, dovrà lasciare la sua sede entro la prossima primavera.
“L’incapacità della politica nel dare rappresentanza al bisogno di socialità naturalmente espresso da una collettività – sostiene in una nota il Comitato – è un dato tragicamente e generalmente diffuso e trascina con se una sorta di arroganza del potere, che tende a dare risposte assolute senza registrare fino in fondo le esigenze vere delle persone in carne e ossa”.
“A questa condizione – prosegue la nota – nella gestione delle vicende del Teatro Verdi, ha dimostrato di non fare eccezione l’Amministrazione del Comune di Poggibonsi, da tempo sollecitata da un gruppo di cittadini costituitisi in Comitato per la salvaguardia e la tutela delle attività del teatro stesso, a fornire risposte chiare sulle prospettive di un’istituzione che per sedici lunghi anni, con una minima quantità di risorse, ha quasi miracolosamente garantito al territorio un’offerta di eccellenza nella programmazione di spettacoli teatrali e di numerose altre attività culturali destinate a grandi e piccini. Nonostante le reiterate dichiarazioni di buona volontà dell’Assessore alle Politiche Culturali e l’assicurazione che sarebbe stata garantita una continuità nella gestione e nelle attività dell’Associazione Timbre-Teatro Verdi, a tutt’oggi nessun atto ufficiale della Giunta conferma questa impostazione”.
“Nel corso di un’ incontro svoltosi il 24 dicembre 2011 – si legge nella nota – tra il Comitato pro-Teatro Verdi e l’Assessore, quest’ultima aveva offerto la costituzione di un tavolo di concertazione tra soggetti interessati (Direzione del Teatro, Comitato, Comune) al fine di individuare soluzioni condivise e per evitare che i tagli legati alle condizioni di difficoltà economica degli Enti Locali, il rispetto del Patto di Stabilità, le conseguenze delle manovre dei vecchi e nuovi governi, determinassero la fine di un’esperienza così importante per il territorio comunale e per il circondario della Val d’Elsa. Da quell’incontro nasceva anche la condivisione dell’idea di una sinergia tra vari soggetti titolari dell’offerta culturale in ambito territoriale, con lo scopo di consentire una migliore economia di scala, un migliore utilizzo delle risorse e una crescita qualitativa e quantitativa dell’offerta culturale stessa”.
“Ad oggi – viene sottolineato nella nota – di questo impegno se n’è persa ogni traccia, nonostante la consegna avvenuta nel mese di gennaio 2012 nelle mani del Sindaco, di più di 2000 firme raccolte tra la popolazione per impedire la chiusura del Teatro. Gli incontri con l’Amministrazione Comunale, previsti a partire dall’inizio del mese di febbraio non si sono mai svolti e vengono man mano procrastinati, perdendo di tempestività e di efficacia. L’individuazione di luoghi fisici per lo svolgimento delle attività è vaga, indefinita e non tiene conto delle esigenze di spazio necessarie alla prosecuzione delle attività”.
“Infine – conclude la nota – il progetto, più privato che pubblico, del Centro Giovanile del Vallone di cui ha fatto cenno il Sindaco nel corso di recenti interviste, oltre a essere a nostro avviso del tutto inidoneo per una lunga serie di motivi che non stiamo qui a elencare, è in attesa di bando: si prospettano comunque tempi lunghi di esecuzione. Perciò, conoscendo le capacità di pragmatismo e il buon senso del primo cittadino di Poggibonsi, auspichiamo l’attivazione rapida di un percorso seriamente e effettivamente partecipato, per risolvere un problema che se venisse trascurato rischierebbe di privare la cittadinanza di un notevole polo di interesse e di attrazione culturale.
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