“La tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro è per la Regione Toscana uno degli obiettivi prioritari – ricorda l’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia – La piccola e micro impresa costituisce il tessuto produttivo prevalente (circa il 95%) della nostra regione. E in periodi di recessione come questo, le piccole imprese hanno difficoltà maggiori rispetto alle grandi aziende a investire risorse per la sicurezza e la salute. Da qui, dunque, la scelta politica di sostenere la formazione per la sicurezza nell’artigianato. L’integrazione tra tutti i soggetti, assieme al coinvolgimento delle parti sociali, sindacali e dei datori di lavoro, è uno dei perni del sistema toscano di sicurezza e salute sul lavoro”.
I corsi copriranno l’intero territorio regionale e punteranno soprattutto ad innalzare il livello di attenzione e di preparazione dei datori di lavoro, in modo tale da avere ricadute positive sull’organizzazione del lavoro e sugli aspetti connessi alla formazione e all’addestramento dei lavoratori. Si punterà alla formazione dei lavoratori autonomi e dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza.
I lavoratori autonomi, pur avendo pari tutele rispetto agli altri, non avendo obblighi in materia di formazione, risultano i meno consapevoli e informati dei rischi cui vanno incontro: rischi che sono notevoli soprattutto per coloro che operano nei lavori in altezza (per esempio, gli antennisti), basti pensare alle cadute dall’alto, che sono una delle principali cause di morte sul lavoro.
“Promuovere e investire in formazione – sottolinea ancora l’assessore Scaramuccia – è altrettanto importante che investire in attività di vigilanza e controllo sul territorio. Anzi, a fini preventivi, lo è ancora di più”. Infatti la formazione, puntando alla modifica dei comportamenti, oltre che all’acquisizione di maggiori conoscenze e competenze, è il principale strumento di prevenzione.
Il trend degli infortuni sul lavoro in Toscana è costantemente decrescente. Nel periodo 2000-2009 gli infortuni sono calati dagli 82.403 (di cui 93 mortali) del 2000 ai 63.177 (di cui 69 mortali) del 2009. Nel 2010, il dato è ulteriormente calato: 61.993 incidenti, di cui 57 mortali (sono gli incidenti denunciati all’Inail, avvenuti nel luogo di lavoro, in circolazione stradale e in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro-casa). Confrontando i dati dell’ultimo trimestre 2004 e dell’ultimo trimestre 2011, si registra un decremento del 33%: 18.865 nel quarto trimestre 2004, 15.434 nel quarto trimestre 2010 e 13.855 nel quarto trimestre 2011.
Tra le possibili spiegazioni di questo trend decrescente, ci sono sia la modifica del quadro produttivo regionale, con la diminuzione di addetti a settori a maggior rischio infortunistico, sia l’adozione di interventi di prevenzione da parte di aziende e operatori interessati, anche su stimolo delle autorità sanitarie preposte alla vigilanza della sicurezza nei luoghi di lavoro.
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