L’Università di Siena, tutti gli studenti, il personale docente e non docente, sono un patrimonio della comunità cittadina e più in generale di tutto il territorio. Nessuno può o deve chiamarsi fuori dalla grande opera di risanamento amministrativo, di immagine e morale del nostro ateneo. E’ assolutamente evidente che le notizie ed i fatti, per primi quelli giudiziari, che si sono succeduti negli ultimi anni (ogni giorno emerge qualcosa di nuovo) abbiano evidenziato uno stato assolutamente preoccupante e pericoloso per la nostra gloriosa istituzione. In queste situazioni le reazioni più pericolose sono quelle ormonali e muscolari, tese a creare confusione ed un clima a “caccia all’untore”. I Riformisti ribadiscono dunque, la fortissima preoccupazione, auspicando che siano messi in cantiere tutti gli strumenti tesi al recupero della buona amministrazione, salvaguardando e tutelando tutte le componenti dell’ateneo. Il Comune di Siena si costituirà parte civile, nel caso in cui le indagini in corso sul dissesto portino all’apertura di processi penali o civili. Questo è un dato di fatto, un punto fermo della nostra azione di trasparenza e di controllo dell’ente, ribadita già dallo scorso anno e che siamo fermamente intenzionati a portare avanti. Se emergeranno delle responsabilità, chi ha sbagliato dovrà pagare e dovrà rispondere anche del danno portato a tutta la comunità senese. Il Comune di Siena ha dunque intrapreso una strada chiara, limpida e razionale, che non prevede atti impulsivi o che diano fiato a populismo fine a sé stesso. Quando si parla di posti di lavoro che non ci sono più, stipendi decurtati (vedi salario accessorio) di quando era giusto che fosse corrisposto, di didattica penalizzata, di un patrimonio che si sta depauperando dopo quasi 800 anni di storia, l’elezione del Rettore oggetto di un’azione giudiziaria, è necessaria la massima calma e lucidità, coscienti che tutti dovranno svolgere serenamente il loro ruolo, a partire dalla magistratura, che dovrà individuare i casi di malaffare o gli atti abusivi. In questa azione siamo al loro fianco, senza mezze misure e con il massimo supporto morale alla meritoria azione di indagine e pulizia. Nel frattempo dobbiamo andare avanti, monitorando periodicamente che le azioni tese al pareggio di bilancio abbiano una reale concretezza di realizzazione, così come tutti i passaggi finalizzati al ripristino del regolare stipendio dei dipendenti possano trovare un’adeguata soddisfazione. A questo proposito potrebbe essere significativo che anche il direttore amministrativo (stipendio euro 177.027,62), ovvero il timoniere del risanamento, si riducesse lo stipendio insieme ai massimi dirigenti a contratto, almeno tanto quanto hanno perso in percentuale gli amministrativi con il salario accessorio. Lo hanno fatto molti amministratori della città e dunque potrebbe seguire anche lei l’esempio. Tutto ciò premesso, ribadiamo la fiducia nel tavolo istituzionale e di coordinamento delle azioni volte al risanamento dei bilancio dell’Università. Siamo a fianco del Sindaco e lo invitiamo ad andare avanti nelle azioni che sono state intraprese, auspicando che prendano ancora maggior forza le sinergie con gli altri enti e istituzioni del territorio che sono complementari o di supporto alla vita dell’Ateneo. Al medesimo tempo diciamo un NO chiaro e netto ai proclami demagogici, alle richieste assurde, alle dichiarazioni tese solo a conquistare il consenso di coloro che già stanno pagando un conto salatissimo per la crisi dell’Università. Concludiamo sottolineando e ribadendo la massima fiducia nella la magistratura inquirente e la solidarietà verso tutti i dipendenti dell’Ateneo e delle cooperative che sembrano essere gli unici per adesso ad aver pagare il conto del dissesto dell’ente, assieme ai fornitori dei bene e dei servizi.