Questa è la conclusione alla quale sono giunti, in breve tempo, gli uomini e le donne della Squadra Mobile di Siena, dopo aver inchiodato lo straniero alle proprie responsabilità per la violenza sessuale aggravata e il sequestro di persona commesso nei confronti della giovane senese, nella notte di domenica 22 gennaio scorso.
Dopo quella violenza, gli investigatori non hanno, infatti, mai smesso di indagare sul suo conto, convinti che all’uomo fossero addebitabili anche altre azioni criminali ed hanno avuto ragione.
La rapina della quale è stato ritenuto responsabile risale al 13 novembre dello scorso anno, quando, poco dopo le 3.00 di notte, una ventiduenne straniera, che vive, lavora e studia in città, stava rincasando.
Lo straniero le si era avvicinato, in strada del Villino, e, all’improvviso, aveva iniziato a schiaffeggiarla e colpirla con crescente violenza, tanto da farla cadere a terra.
A quel punto, l’ aveva immobilizzata, tenendole un ginocchio sulla pancia e usando le mani per bloccarle la testa e tapparle la bocca.
La giovane, che però non si era persa d’animo, aveva reagito come poteva, colpendo ripetutamente l’uomo e riuscendo ad indurlo alla fuga, costretto ad accontentarsi della sua borsa, contenente poche decine di euro, effetti personali ed il telefonino.
Una volta arrestato per la violenza sessuale del 22 gennaio, la Polizia ha voluto verificare se l’algerino fosse responsabile anche di altri reati.
Subito, gli investigatori della Squadra Mobile senese hanno intuito che le descrizioni del giovane autore dell’aggressione, avvenuta nella notte del 13 novembre 2011, corrispondevano alle sembianze di Kamal Izouine, poi effettivamente riconosciuto, con certezza, dalla straniera rapinata.
Sulla base di questi elementi, il Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Siena, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica Aldo Natalini, ha pertanto emesso, nei suoi confronti un’ulteriore ordinanza di custodia cautelare in carcere, in questo caso per rapina aggravata, che gli uomini della Squadra Mobile di Siena hanno eseguito direttamente presso il carcere dove l’algerino è attualmente detenuto, in attesa di essere processato per la violenza sessuale ed il sequestro di persona.
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