È stato il tripudio dei colori rosso, giallo e bianco al torneo di palla al bracciale. Per la Fornace quella di oggi (domenica) è stata una vittoria meritata e sofferta, dopo infiniti anni di attesa (l’ultimo trionfo risale al 1999) su un valoroso Sottogrottone. Quest’ultima contrada, dopo aver sconfitto in semifinale gli “storici” dominatori del torneo, i giocatori del Granocchiaio (dal 2002 al 2011 nove vittorie su dieci competizioni) per 12-8, è riuscita persino a prendere il sopravvento nelle prime battute della finale. Ma dopo un iniziale vantaggio, fino a un massimo di 7 a 4, c’è stato un ribaltamento: come due partite in una, entrambe vibranti. Lunghissimo e avvincente lo scambio che ha decretato il 13 a 11, praticamente il momento della svolta. A quel punto la partita era segnata, fino al 16 a 11 conclusivo. A quel punto le luci artificiali erano già accese, a rischiarare un cielo plumbeo, che ha dato piccoli sprazzi di pioggia.
La stanchezza può aver giocato un suo ruolo sulla partita: la Fornace aveva già acquisito il diritto di giocarsi la finale vincendo il torneo della scorsa settimana, mentre il Sottogrottone ha dovuto affrontare nel primo pomeriggio la trafila degli spareggi, superando anche le Biffe, prima di accedere allo scontro decisivo. Vanno tuttavia sottolineati i meriti di una Fornace che pure lo scorso anno aveva dato del filo da torcere al Granocchiaio. Onore dunque ai vincitori: in campo c’erano Paolo e Mauro Scattoni, Alex Papi (miglior giocatore 2011), mandarino Gary Minetti. Il capitano della Fornace Paolo Croce. Hanno tenuto alto il nome del Sottogrottone Paolo Ferretti, Eugenio Scovacricchi, Andrea della Ciana. Il Granocchiaio si può consolare con il promettente vivaio: ha vinto il torneo under 20 (16 a 14 sulla Fornace) e quello del Braccialino (12 a 3 sul Mar Nero).
Prima ancora della gara, alle 15, c’è stato un corteo affascinante, che ha ripercorso la storia dello scalo, dalle storiche elezioni del 1904 ai 150 anni di storia della stazione, con una antica e sbuffante locomotiva riprodotta a grandezza naturale. Tante raffigurazioni in costume che hanno proposto con eleganze e ironia scene di vita degli inizi dello scorso secolo. Alla fine, è stato consegnato il premio ai vincitori: una grande conca di rame, che si richiama ironicamente alla pianura in cui si trova lo scalo, e che dà il nome alla manifestazione. In serata tutti al ristorante e agli stand legati alle degustazione di vino o di birra, quindi le premiazioni e l’estrazione del gioco “Ruzza e vinci”.
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