Chiusi
La Misericordia di Chiusi ha una nuova, importante sede, nel vecchio edificio Enel compreso tra via Redi e via Torricelli. La nuova struttura presenta, nel seminterrato i servizi igienici per le persone di passaggio e senza fissa dimora, al pianoterra la sala grande per la fraternità e la mensa e al primo piano gli studi medici e gli uffici di consulenza e assistenza. Sono stati in molti ad avere avuto l’impressione che l’inaugurazione di questi locali per la Misericordia di Chiusi segni un passaggio dal tradizionale servizio alle persone anziane e malate alle situazioni di disagio e sofferenza emergenti nella più ampia ottica di una carità a tutto campo, aperta, tra l’altro alla collaborazione dell’intera società. Forse per questo una grande partecipazione popolare ha caratterizzato l’inaugurazione, domenica scorsa, alla presenza del vescovo monsignor Rodolfo Cetoloni e del sindaco Stefano Scaramelli, oltre a rappresentanti a vari livelli delle altre associazioni di volontariato e della stessa Misericordia. Il governatore di Chiusi, Roberto Fé, ha preceduto il taglio del nastro con una frase significativa dello spirito che anima questo nuovo progetto, del cardinale Carlo Maria Martini: “Se impareremo a guardarci negli occhi, con rispetto e da fratelli, ci troveremo uniti nella fiducia o almeno nel presentimento che ci deve pur essere qualcosa in cui possiamo ancora credere”. In altre parole, la Venerabile Confraternita di Santa Maria della Misericordia la nuova struttura serve a concretizzare un modo di essere e di operare molto nobile, per il quale è necessario l’aiuto e la collaborazione di tutti. Quanto sinergia, come ha ricordato il sindaco Scaramelli, la Misericordia ha dato un grande contributo alla comunità, ospitando i giovani profughi africani.. Inoltre, il sindaco ha affermato “l’importanza del servizio di volontariato a favore delle persone deboli, che molte volte si sentono sole e che hanno bisogno di assistenza ed aiuto”. Nell’omelia della messa, che ha preceduto l’inaugurazione, il vescovo Cetoloni ha sottolineato il fatto di quanto sia opportuno, in questi momenti di crisi, ritornare all’essenziale e alle cose che ci possono arricchire ed il monito evangelico di “vegliare” è anche un invito ad essere attenti a quello che sta accadendo e alle necessità emergenti del prossimo. Al termine della celebrazione, don Antonio ha consegnato al governatore un quadro raffigurante il martirio del beato Giacomo Villa a cui sarà intitolata, nella nuova sede, la sala grande della fraternità. Gli sbandieratori delle contrade dello scalo hanno aperto poi la sfilata che dalla chiesa parrocchiale si è diretta nella nuova sede, dove il sindaco ha tagliato il nastro tricolore ed il vescovo ha impartito la benedizione.