Il contributo che arriverà dal territorio senese per la realizzazione della nuova struttura sarà di 70mila euro e va ad aggiungersi agli aiuti che dal 2009 a oggi hanno permesso, grazie all’attività del Comitato e alla generosità di tanti senesi, di compartecipare alla ricostruzione della Cittadella scolastica di San Demetrio Né Vestini, all’acquisto dell’attrezzatura della mensa del plesso scolastico del Comune di Ovindoli e alla ricostruzione del centro sociale e sportivo di Bazzano. “Ci eravamo presi l’impegno di stare vicini alla popolazione abruzzese – afferma il presidente del Comitato Terre di Siena per l’Abruzzo, Simone Bezzini – e lo abbiamo mantenuto, continuando a offrire il nostro contributo per realizzare progetti che, come nel caso del “PalaAngeli”, guardano prima di tutto a restituire uno spazio di gioco, di socializzazione e, quindi di crescita, ai duecento giovani atleti che ogni anno frequentano la Scuola Minibasket L’Aquila. A tre anni di distanza dal terremoto, purtroppo, la ricostruzione è ancora lontana e per 30mila persone tornare a vivere nella propria casa è ancora un sogno. Di fronte a questo scenario, in un momento in cui i riflettori su L’Aquila rischiano di abbassarsi, il Comitato Terre di Siena per l’Abruzzo è ancora presente e non vuole sottrarsi all’impegno preso, dimostrando il calore e la solidarietà di un territorio che, nelle sue mille espressioni, si è mobilitato per dare un aiuto concreto alla ricostruzione di una terra bellissima e altrettanto generosa, sin dalle prime ore dopo il terremoto”.
“L’appuntamento di oggi ¬- aggiunge Roberto Nardecchia, presidente dell’associazione Scuola Minibasket L’Aquila – rappresenta un momento fondamentale del percorso di solidarietà che ha visto tante associazioni senesi, coordinate dalla Provincia, stringersi attorno alla nostra realtà. Un percorso iniziato nei primissimi mesi dopo il terremoto e che ha contribuito in maniera determinante alla realizzazione di quello che inizialmente appariva come un sogno e che invece, grazie anche al cuore della popolazione della provincia di Siena, si sta concretizzando come una splendida realtà. A settembre i nostri ragazzi entreranno in una struttura nella quale poter giocare, studiare, divertirsi, passare un pomeriggio leggendo un libro o navigando su internet, scambiarsi due tiri a ping-pong o biliardino o anche solo stare seduti a chiacchierare nello spazio verde esterno. Niente di più di quello che possono fare i loro coetanei in tutt’Italia, niente di più di quello che facevano prima del 6 aprile 2009 e che da tre anni potevano fare ritagliandosi uno spazio in luoghi improbabili, in posti non propriamente deputati a loro, circondati da una realtà ancora avvolta, purtroppo, dagli effetti che il terremoto ha portato con sé e con cui ancora faremo i conti a lungo. L’idea dell’aggregazione sociale – continua Nardecchia – ha costituito il cardine del nostro progetto, fin dai primissimi giorni dopo il sisma, insieme alla determinazione che abbiamo messo in campo, da subito, per dare un segnale immediato ai nostri ragazzi: un segnale di speranza, di rinascita, di determinazione, di volontà, di superamento di ogni ostacolo, così come avevamo insegnato loro sul parquet. Siamo stati la prima società di ogni sport a scendere in campo, la formazione Under 11 a Rieti lo ha fatto dieci giorni dopo il 6 aprile; li abbiamo fatti giocare nei palasport della costa adriatica, dove buona parte delle famiglie aquilane si era rifugiata; abbiamo coordinato attività nelle tendopoli e abbiamo continuato a batterci come sempre avevamo fatto nei campionati regionali, vincendone uno appena due mesi dopo. I nostri ragazzi, le nostre formazioni giovanili non hanno mai abbassato il livello agonistico e tecnico, anche nella difficoltà. Anzi, hanno moltiplicato tutti gli sforzi, spronati ad alzare ancora di più l’asticella. Anche in ricordo dei tre ragazzi che avevano vestito la casacca della Scuola Minibasket L’Aquila e a cui verrà dedicato il PalaAngeli: Davide, Matteo ed Ezio. Come tutte le squadre italiane di ogni sport anche i nostri ragazzi avevano un grido con cui concludere, stringendosi le mani, l’allenamento o una gara. Il grido è rimasto sempre lo stesso: ‘Senza Paura’”.
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