Esprimiamo la nostra solidarietà alle donne della contrada dell’Oca che con tenacia e con coraggio si sono battute per avere riconosciuto il loro legittimo diritto al voto. La sospensione dalle attività di contrada costituisce un fatto senza precedenti ed è singolare che questa decisione sia stata presa dopo il successo della battaglia delle 30 donne: punizione postuma quanto esemplare!
Avevamo, con fiducia, creduto che l’esito dell’ assemblea della contrada del 5 dicembre di interrompere la secolare consuetudine di escludere dalle assemblee e dal voto le donne, potesse archiviare definitivamente una ingiusta discriminazione. La decisione che ne è seguita di punire le trenta donne che hanno fatto ricorso alla giustizia ordinaria per avere tutelato un proprio diritto, ci indigna profondamente.
Rispettiamo il Palio e le Contrade tutte, ma in quanto cittadine e cittadini di questa Città e di questo Paese abbiamo il diritto e il dovere di rispettare prima di tutto la nostra Costituzione che sancisce, tra l’ altro, il diritto di uguaglianza senza distinzioni di sesso, razza, lingua, religione, opinioni politiche , condizioni personali e sociali ( art.3) , insieme a quello di agire in giudizio per la tutela dei propri diritti e interessi legittimi ( art.24 e 113) .
Per questo chiediamo con forza alla contrada dell’Oca di rivedere la sua decisione, ristabilendo così il rispetto di fondamentali diritti costituzionali.
Ci preoccupa altresì il silenzio di buona parte della città e di alcune sue istituzioni, su una vicenda che rischia di mettere seriamente in discussione la candidatura di Siena a capitale europea della cultura.
Respingiamo infine con determinazione, l’immagine di una città così distante da quella che il 9 e il 10 luglio ha saputo accogliere il primo appuntamento nazionale del movimento “Se Non Ora Quando”.
Le donne del 13 febbraio di Siena
Comitato Se Non Ora Quando-Laboratorio politico