Le donne del Tg1 contro Minzolini: ‘Ha oscurato la due giorni di Siena’

Una lettera aperta al direttore generale della Rai Lorenza Lei, per esprimere “disagio” di fronte al “silenzio” del Tg1 sulla manifestazione del movimento ‘Se non ora quando’ lo scorso week end a Siena: è l’iniziativa di alcune giornaliste della testata diretta da Augusto Minzolini.

La missiva è firmata da Maria Luisa Busi, Alessandra Mancuso, Tiziana Ferrario, Maria Grazia Mazzola, Elisa Anzaldo, Simona Sala, Giovanna Rossiello, Donatella Scarnati, Cinzia Fiorato, Emanuela Talani, Lucia Duraccio, Karina Laterza, Felicita Pistilli. “Siamo alcune giornaliste del Tg1 – scrivono -, professioniste che con vari ruoli e storie diverse tra loro da anni lavorano per informare i cittadini, tutti, nello spirito del servizio pubblico, nel rispetto del pluralismo e della completezza dell’informazione. Siamo anche cittadine e utenti e dobbiamo esprimere il nostro disagio nell’avere assistito al silenzio della prima testata di fronte al movimento delle donne radunate a Siena, oltre 2000, un evento trasversale con 200 comitati, registe, attrici, scrittrici, operaie, rappresentanti sindacali, deputate di vario colore politico, che tutte insieme hanno rivendicato il proprio diritto a costruire un paese più equo, anche per donne. Dignità del lavoro, maternità, progressioni di carriera, precariato, immagine pubblica: questi i temi che abbiamo visto rappresentati nelle maggiori testate tranne la principale, il Tg1. Nella due giorni del movimento di Siena non abbiamo visto andare in onda neanche un servizio che informasse sull’evento, in compenso però nell’edizione di domenica 10 luglio delle 13.30 abbiamo assistito alla corsa delle donne sui tacchi a spillo”.

Per le firmatarie della lettera “la scelta del silenzio della prima testata penalizza il diritto di tutte le donne che pagano il canone a essere informate sugli eventi che le coinvolgono e ci conferma nel convincimento che urge un rinnovamento di mentalità per un’informazione più vicina alla gente, ai problemi delle donne, dei giovani e dei soggetti più deboli e penalizzati”.