come Sindaco del Comune di Cetona che ha da sempre fatto delle politiche culturali uno degli elementi qualificanti delle propria attività amministrativa, non posso che compiacermi della sua decisione di intervenire finanziariamente sulle sorti del Santa Maria della Scala, scongiurandone la chiusura. Il Santa Maria della Scala rappresenta un inestimabile patrimonio culturale di cui noi tutti, cittadini toscani e senesi, dobbiamo sentire la responsabilità della salvaguardia in un momento di profonda crisi. Una crisi che colpisce però con altrettanta virulenza tutto il sistema museale della provincia di Siena, in quanto colpisce le finanze delle Amministrazioni comunali che di quel sistema si sono sempre fatte carico. Ed oggi la situazione, analogamente a quanto accade per il Santa Maria, è resa ancor più grave dalla presumibile impossibilità (pur nella speranza che la previsione possa essere smentita dai fatti) di riconfermare nel futuro l’importante progetto di gestione che vedeva protagonisti i Comuni, insieme alla Fondazione Musei Senesi, con il supporto economico della Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Presidente, mi creda, sono tanti i Musei della Provincia di Siena che rischieranno di chiudere a breve, non solo il Santa Maria, se non interveniamo con delle risorse finanziarie aggiuntive. Lei sa meglio di me infatti che quando si attraversano fasi di crisi finanziaria degli enti locali, che si uniscono a crisi sociali drammatiche come quella che stiamo attraversando, gli interventi di stato sociale diventano sempre più incidenti all’interno dei bilanci comunali, e le risorse per quelle attività che non rappresentano bisogni primari dei cittadini rischiano di essere cancellate. Questo ammesso e non concesso che la cultura non rappresenti un bisogno primario per i cittadini. In questi ultimi anni, grazie sia all’attività della Fondazione Musei Senesi che all’impegno diretto e cospicuo delle Amministrazioni comunali, molti musei della provincia sono stati oggetto di processi di riqualificazione infrastrutturale ed organizzativa. Non possiamo gettare al vento tutto. Allora, certo, è vero come da Lei sostenuto che la “Regione non è un bancomat”, e che sarebbe esiziale coinvolgere l’ente regionale in una corsa a battere cassa. Mi viene però da pensare che se il Santa Maria fosse oggi all’interno della Fondazione Musei Senesi, ovvero di quell’organismo che comprende tutti i musei della Provincia di Siena, e che dunque sarebbe naturale comprendesse anche questo grande museo del capoluogo, oggi non staremmo qui a ragionare sulle sacrosante esigenze di una singola realtà, pur importantissima, ma forse Lei sarebbe stata messa nelle condizioni di ragionare sulle esigenze, e soprattutto sull’emergenza, che investe un intero sistema museale, parte fondamentale di quel distretto culturale provinciale oggetto di tutte le politiche pubbliche più qualificanti degli ultimi anni.
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