Lettori protagonisti – L’analisi del drappellone di Leonardo: inviate le vostre analisi a sienanews@sienanews.it

E’ evidente anche al più distratto o a chi non è affatto un fruitore d’arte come potrebbe esserlo un comune cittadino medio, che il palio commissionato a Francesco Clemente non suscita ne rappresenta nemmeno lontanamente un’intervento artistico o un’immagine definibile “arte” per un’artista che esercita ai nostri tempi.
Il compito di un’artista soprattutto se definito marginalmente espressionista e surrealista che ha fatto parte della transavanguardia italiana in ogni caso è quello di produrre bellezza, e anche se lo stile di Clemente non rientra tra quei filoni che della bellezza e armonia hanno fatto la propria cifra stilistica quantomeno dovrebbe avere un contenuto intellettuale che in ogni caso sorprenda e stimoli lo spettatore. Il drappellone che per il suo intero ha la Madonna dell’assunta che sembra abbracciare le contrade ha predominanze di azzurro e rosa di una trasparenza simile a un’acquarello con un stile che definirei “bozzetto”, se guardiamo le produzioni di Clemente possiamo notare dei dipinti ben più carichi di colore ed impatto emotivo, molto più definiti e con una forza espressiva che lo hanno portato tra l’altro ad essere un’artista discretamente quotato. Ma perchè nel drappellone del palio emblema di una tradizione trasposta in immagine nulla di tutto questo è presente?
L’occasione e la responsabilità di una commissione come questa non dovrebbe essere presa come un favore che viene fatto a un’istituzione, troppe volte sono stati visti dei dipinti che lasciano rammarico e deludono; sarebbe il caso di rivedere i criteri di scelta dell’artista  e i metodi del committente. La testimonianza storica di una tale manifestazione dovrebbe essere il più fedele e coerente possibile ai movimenti artistici attuali e contemporanei, la scelta di artisti giovani che fanno cose nuove e testimoni più che mai dei nostri anni sono la chiave per tutto ciò.

                                                                                                                                                Leonardo Garofalo